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Lecco, "Catalogo delle donne single": al via il primo processo per dati rubati sui social

Lʼopuscolo era in vendita in Rete nel 2017 a meno di 7 euro. Lʼimputato rischia fino a 6 anni di carcere: è accusato di trattamento illecito di dati personali, diffamazione aggravata e sostituzione di persona

Si è aperto il processo nei confronti di Antonio Nicola Marongelli, 51enne originario di Reggio Calabria e residente a Lecco, autore del catalogo con i profili Facebook di 1.218 donne lecchesi, tutte single. L'opuscolo, in vendita in Rete nel 2017 a meno di 7 euro, è stato ritirato non appena scoppiato il caso.

L'uomo rischia fino a 6 anni di carcere: è accusato di trattamento illecito di dati personali, diffamazione aggravata e sostituzione di persona.

Lecco,
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A denunciare Marongelli sono state 26 donne finite a loro insaputa nell'opuscolo. Otto si sono costituite parte civile, affidandosi con un'azione collettiva all'avvocato Marisa Marraffino, esperta di reati informatici e autrice di un manuale proprio sui cyber crimini. Nell'opuscolo, dal titolo "Catalogo di profili Facebook di donne single che vivono a Lecco" e venduto in Rete al prezzo di 6,74 euro, si potevano trovare le informazioni di 1.218 lecchesi, tra cui 734 persone residenti in Brianza.

"Nessuno può saccheggiare i dati di una persona" - "Quello che chiediamo è molto semplice - spiega il legale -: nessuno può saccheggiare impunemente i dati di una persona affidati ad una piattaforma social con determinate clausole e utilizzarli per finalità diverse, svilenti e umilianti. Con questo processo, il primo di questo tipo in Italia, vogliamo sancire un principio di diritto destinato a fare giurisprudenza in merito ai reati sul web".

Rimossi da Facebook i dati sensibili - Grazie al reclamo formale inoltrato dallo stesso avvocato Marraffino a Facebook per conto delle donne lecchesi, i dati relativi allo stato civile e all'orientamento sessuale degli utenti del social non sono più visibili di default come avveniva in passato, ma solo su esplicito consenso. "Le mie assistite improvvisamente si sono trovate sommerse da richieste e messaggi ammiccanti: non sono uscite di casa per mesi, messe alla gogna perché dipinte come disponibili e sul mercato - prsegue il legale -. Con questo processo dobbiamo riscrivere un principio di civiltà".

La difesa: "Profili pubblici, non sono stati violati dispositivi di sicurezza" - Il legale di Marongelli, Stefano Plizzari, spiega che "non ci sarà alcun rito abbreviato. Abbiamo scelto di andare a dibattimento perché il mio assistito ha semplicemente fatto qualcosa ritenendo fosse lecito, come ci auguriamo di poter dimostrare durante il processo: i profili erano pubblici, una raccolta di dati disponibili in rete, per averli non è stato violato alcun dispositivo di sicurezza. E dunque, di cosa stiamo parlando?".

Procedimento aggiornato al 10 maggio - Il procedimento è stato aggiornato al 10 maggio quando il giudice Maria Chiara Arrighi dovrà esprimersi sulla richiesta di costituzione di parte civile del consigliere di parità della Provincia di Lecco, Adriana Ventura, che fin da subito si è mossa a sostegno delle persone finite sul catalogo, e dell'associazione Telefono Donna.