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Scajola interrogato non risponde a pm Dda: scelto per i rapporti con le cosche

Sarebbe stato individuato da Matacena come "lʼinterlocutore politico" ideale per gestire la ʼndrangheta. Matacena: "Dimostrerò la mia innocenza". Gli avvocati dellʼex ministro: "Eʼ sereno e spiegherà tutto"

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L'ex ministro Claudio Scajola, durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere romano di Regina Coeli, si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Voleva parlare con il gip, ma gli abbiamo consigliato di non farlo perché vogliamo prima studiare le carte", ha spiegato l'avvocato Giorgio Perroni. Scajola, ha aggiunto il legale, "è sereno e tranquillo in quanto è convinto di poter spiegare i fatti".

"Abbiamo concordato un appuntamento con il pm per mercoledì o giovedì prossimi", sottolinea l'avvocato. Intanto il consigliere per la stampa dell'ex presidente libanese, Amin Gemayel, ha smentito notizie secondo le quali Vincenzo Speziali avrebbe usato presunti legami familiari tra sua moglie e lo stesso Gemayel per fare accogliere in Libano Amedeo Matacena. Sono "totalmente false", ha detto Gemayel.

Dda: "Scajola scelto per i rapporti con le cosche" - Ed emerge anche un'altra ipotesi, avanzata dalla Dda di Reggio Calabria, secondo cui Scajola era stato individuato da Amedeo Matacena come "l'interlocutore politico destinato a operare su sua indicazione" nei confronti della 'ndrangheta. Il gip però non condivide questa idea e ha rigettato l'aggravante per l'ex ministro per aver favorito l'organizzazione criminale calabrese.

"Evidenziando la stretta commistione tra l'attività politica e quella imprenditoriale del Matacena - scrive il gip - volta sia nel proprio interesse che in favore delle cosche della 'ndrangheta con l'accettazione di un metodo improntato alla migliore tradizione mafiosa, facendosi garante di estorsioni (quale quella perpetrata da Liuzzo Giuseppe Stefano, appartenente alla cosca Rosmini, per conto della quale lo stesso curava interessi illeciti), mantenendo rapporti con personaggi inseriti in contesti imprenditoriali criminali accreditati (quale il già citato Liuzzo o anche i rapporti con Marino Ugo la cui figlia è imparentata con Pasquale Condello) e la mutata condizione derivante dalla sentenza di condanna, l'Ufficio di Procura ha sostenuto la necessità per l'uomo di scindere i due aspetti mutando anche le forme di intervento".

"In un caso utilizzando lo strumento dell'interposizione, per continuare a curare gli enormi interessi imprenditoriali, dall'altro procurandosi una sorta di continuità politica, individuando l'interlocutore politico destinato a operare su sua indicazione in Claudio Scajola, interessato alla candidatura per le elezioni europee, come risulta da alcune conversazioni intrattenute con la moglie e con Chiara Rizzo, peraltro poi escluso dai vertici del partito con il conseguente naufragare di tale golosa prospettiva".

"Tali considerazioni - scrive il gip - risultano sviluppate logicamente nella richiesta integrativa cui si è fatto prima cenno e al cui articolato contenuto si rimanda, pur non condividendo tale prospettiva".

Matacena: "Dimostrerò la mia innocenza" - "Sono fiducioso nell'operato della magistratura e sono sicuro che riuscirò a dimostrare la mia innocenza". Lo ha detto Amedeo Matacena tramite il suo legale, l'avvocato Enzo Caccavari. "Sono fortemente amareggiato - ha aggiunto Matacena da Dubai - per quanto è accaduto, ma sono comunque fiducioso che tutto sarà chiarito. Confido nel lavoro della magistratura". "A Claudio Scajola mi lega un rapporto di amicizia sin dal 1994, quando sono stato eletto deputato per la prima volta", ha aggiunto Matacena. "In questo momento - ha detto - sono molto turbato per le notizie che leggo".

La moglie di Matacena rientra in Italia - Rientrerà in Italia domenica prossima Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, coinvolto nell'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex ministro Claudio Scajola e destinataria lei stessa, come il marito, di un'ordinanza di custodia cautelare. Lo rende noto, con un comunicato il difensore della donna, l'avvocato Bonaventura Candido.

Legale Scajola: "Contatti con la moglie di Matacena oggettivi" - "I contatti di Scajola con la moglie di Matacena sono un dato oggettivo, ma senza vedere le carte e aver parlato con il nostro assistito è impossibile fare delle valutazioni". Ha risposto così ad una domanda dei cronisti il legale dell'ex ministro, Giorgio Perroni, al termine dell'interrogatorio di garanzia. Sulla scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere Perroni ha aggiunto: "Abbiamo deciso di fare un interrogatorio più completo e preciso la prossima settimana, non abbiamo avuto modo di parlare con lui e ci sono 38 faldoni di atti da studiare".

Fonti: "Dalle perquisizioni l'elemento 'decisivo'"
- Dalle perquisizioni effettuate nell'inchiesta su Claudio Scajola è emerso un documento "decisivo" per confermare le accuse all'ex ministro. E' quanto si è appreso da fonti vicine all'inchiesta. Si tratta di un foglio scritto in lingua straniera sequestrato a Genova. Da una prima lettura confermerebbe l'impegno di Scajola per favorire la latitanza di Matacena, ma gli investigatori intendono esaminarlo attentamente per accertare se è veramente quello che sembra.

Berlusconi: "Assurdo e umiliante incarcerare Scajola" - "Mi sembra assurdo mettere in carcere una persona che è stata ministro dell'Interno solo perché ha aiutato a trasferire un amico già latitante". Così Silvio Berlusconi sull'arresto di Claudio Scajola. Sarebbero stati "meglio i domiciliari" piuttosto che "infliggergli l'umiliazione del carcere per una cosa del genere", ha detto in un'intervista a Telelombardia.