Al principio furono i Ferragnez: la loro raccolta fondi per la lotta al coronavirus, partita da 100mila euro, ha superato i 4 milioni complessivi. Da allora diversi imprenditori hanno dimostrato di essere particolarmente generosi elargendo importanti somme a favore di strutture ospedaliere o per acquisto di materiale medico. In Lombardia, poi, è boom di microdonazioni, anche di 5 euro, a dimostrazione che ognuno, in questo momento di emergenza, dona quanto può.
Silvio Berlusconi ha deciso di mettere a disposizione della Regione Lombardia, tramite una donazione, la somma di 10 milioni di euro, per la realizzazione del reparto di 400 posti di terapia intensiva alla Fiera di Milano o per altre emergenze. Il primogenito del fondatore di Esselunga Caprotti ha annunciato la costituzione di un fondo di 10 milioni a sostegno di iniziative terapeutiche in Lombardia e un piano a favore delle categorie piu' deboli colpite dagli effetti dell'epidemia.
Anche la famiglia Ferrero, attraverso Ferrero Italia, ha deciso di donare dieci milioni di euro alla struttura guidata dal commissario all'emergenza Domenico Arcuri. La lista comunque è lunghissima: Giorgio Armani ha messo a disposizione 1,25 milioni, la famiglia Benetton ha donato 3 milioni di euro, la francese Kering 2 milioni, mentre Moncler ha elargito 10 milioni sempre per l'ospedale-terapia intensiva in Fiera a Milano.
La famiglia Agnelli, sempre per far fronte all'emergenza a livello nazionale, ha disposto un contributo pari a 10 milioni di euro a beneficio del Dipartimento della Protezione civile.
Anche l'azienda farmaceutica Bayer ha elargito un milione di euro agli ospedali della Lombardia per acquistare macchinari salvavita. La donazione è destinata all'acquisto di macchinari per la terapia intensiva e subintensiva. Mentre la Fondazione Tim ha deciso di donare 500mila euro e di lanciare una sottoscrizione volontaria tra i dipendenti Tim.
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