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Morti in ospedale: ex infermiera eliminava i pazienti "difficili"

Lugo, le perizie degli esperti della procura hanno consigliato un approfondimento anche per altri 10 casi di pazienti deceduti

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E' stata arrestata Daniela Poggiali, l'infermiera al centro di un'inchiesta per undici morti sospette avvenute all'ospedale di Lugo (Ravenna). La 42enne era indagata per omicidio volontario dopo la morte, ad aprile, di una 78enne. Le perizie della procura hanno consigliato un approfondimento anche per altri 10 casi. La donna eliminava i pazienti difficili da curare o con parenti particolarmente stressanti e poi scattava foto con il cadavere.

Durante l'arresto Daniela Poggiali ha mantenuto "l'atteggiamento di estrema freddezza che ha avuto sin dall'inizio delle indagini", ha detto il Procuratore capo di Ravenna Alessandro Mancini per descrivere l'atteggiamento dell'ex infermiera, portata in carcere con l'accusa di omicidio pluriaggravato nei confronti di Rosa Calderoni, 78enne morta all'ospedale di Lugo l'8 aprile.

Per quanto riguarda le restanti 38 morti sui quali la procura ha svolto indagini, per almeno una decina di casi il procuratore parla di decessi "molto sospetti" per i quali sarà tuttavia difficile far luce "stante il lungo periodo passato dalla data di morte ad oggi". Anche per quanto riguarda il decesso della signora Calderoni, ha detto Mancini, il "caso è stato preso per i capelli".

L'infermiera secondo la procura avrebbe ucciso la 78enne iniettandole una dose letale di potassio. Il pm Angela Scorza, che ha seguito il caso e coordinato le indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri, ha spiegato che sono state fatte ipotesi alternative per capire se qualcun altro avrebbe potuto somministrare il potassio. L'esito è stato negativo: "La paziente è stata seguita soltanto dalla Poggiali. Inoltre gli accertamenti hanno escluso l'errore umano".

Per gli investigatori il movente sarebbe da ricercare nella volontà di uccidere pazienti particolarmente difficili da assistere o con parenti pressanti. "Escludiamo ogni tipo di volontà eutanasistica - ha continuato il procuratore capo -, dato anche il profilo dell'indiziata, testimoniato dalle foto con i cadaveri che si è fatta scattare". Il riferimento è alle immagini che ritrarrebbero l'infermiera con una paziente deceduta. Scatti che, insieme a furti all'ospedale per i quali la donna è indagata, le sono costati il licenziamento.