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Cara Castelnuovo, Mouna non sa dove andare: il sindaco la ospita a casa sua

Dopo lo sgombero dal centro di accoglienza in molti hanno perso la loro unica dimora e rischiano di finire la strada, tra loro anche questa mamma 24enne. Il primo cittadino: "Una sconfitta per la comunità"

Cara Castelnuovo, Mouna non sa dove andare: il sindaco la ospita a casa sua - foto 1
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Mouna ha 24 anni, due figli lasciati a Mogadiscio, vuole studiare e fare la mediatrice culturale ed era uno dei 535 ospiti del Cara di Castelnuovo.

Da oggi non ha una dimora, la sua "casa" le è stata strappata in meno di 24 ore. Di lei si prenderà cura, almeno per qualche giorno, il sindaco Riccardo Travaglini: "Per qualche tempo può stare a casa nostra". Il primo cittadino in queste ore è in prima linea contro lo sgombero del centro di accoglienza del suo paese: 450 militari dell'esercito piombati in una comunità di poco più di 8mila persone. Senza preavviso. "Non ci ha avvertito nessuno - dice - è una sconfitta per tutta la comunità"

Una comunità che è scesa in piazza, in una grande manifestazione di solidarietà ai migranti dopo il trasferimento forzato dei primi 30. Nel corteo anche il sindaco: "Siamo stati fino ad oggi veramente un modello virtuoso, nonostante il Cara non sia un modello virtuoso. Siamo noi per primi ad essere d'accordo che il centro vada superato e per questo avevamo fatto domanda per fare un Sprar ma non ci è stato concesso fino ad oggi. Però non accettiamo questi diktat e il fatto che da un giorno all'altro l'esperienza finisca. Non perde Castelnuovo di Porto, perde tutta la comunità".

Quindi un appello: "Noi saremo lì fino all'ultimo nella speranza che il governo ripensi a questa scelta e permetta a Castelnuovo di formulare un nuovo tipo di accoglienza anche diffusa, dove non si perdano competenze acquisite". Ma intanto la situazione è questa: per effetto del decreto sicurezza Mouna e altri come lei, pur avendo la protezione umanitaria e quindi il diritto a non essere trasferita in un'altra struttura, ha perso il diritto alla "seconda" accoglienza. Tradotto: una casa deve trovarsela lei, quindi andrà in strada perché una casa non ce l'ha. In tanti si sono diretti verso Roma e la stazione Termini, per lei c'è ancora qualche giorno di tregua.