Caso Ragusa, Antonio Logli: “Mi rivolgerò alla Corte europea dei diritti dell’uomo”
Condannato in Cassazione per lʼomicidio della moglie, il 57enne scrive una lettera a "Quarto Grado": “Non ho mai plagiato i miei figli”
Antonio Logli scrive dal carcere e in un lettera alla redazione di "Quarto Grado" rivela: "Ho deciso di rivolgermi alla Corte europea dei diritti dell'uomo". Secondo Logli, condannato in Cassazione per l'omicidio e l'occultamento del cadavere della moglie, Roberta Ragusa, il processo a suo carico si sarebbe svolto senza rispettare i suoi diritti fondamentali. Tesi confermata dal suo legale che alle telecamere del programma di Rete 4 ha dichiarato: "E' stato dato un peso differente alle testimonianze contro e a favore del mio assistito".
Logli, dal carcere, continua a dichiararsi innocente: "Sono completamente estraneo alla sparizione di Roberta che manca a me e ai miei figli". E proprio sul rapporto con Daniele e Alessia, il 57enne scrive: "Non li ho mai plagiati".
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