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Cadavere in un bagagliaio a Napoli | La vittima era scampata a diversi agguati

Si teme una nuova faida di camorra. Domenico Gargiulo infatti era già noto alla polizia. Nel 2012 si salvò dai killer ma al suo posto fu ucciso un innocente, Lino Romano, totalmente estraneo ai clan

Cadavere in un bagagliaio a Napoli | La vittima era scampata a diversi agguati - foto 1
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Era scampato già a due agguati.

Questa volta però è stata fatale per Domenico Gargiulo, 29 anni: il suo cadavere è stato trovato dalla polizia nel bagagliaio di una Ford all'interno di un parcheggio a Scampia (Napoli). Sull'episodio indaga la Direzione antimafia. Gargiulo infatti era un pregiudicato. E ora gli inquirenti temono una faida di camorra: la sua morte sarebbe legata a quella di un elemento di spicco degli "Scissionisti", gruppo rivale.

Cadavere in auto a Napoli, 29enne ucciso con colpo alla testa

L'auto in cui c'era il cadavere è risultata rubata. L'uomo è stato ritrovato avvolto in una coperta e con il capo sanguinante coperto da un asciugamano. Gargiulo è stato raggiunto da un solo colpo di pistola di piccolo calibro alla nuca, una vera e propria esecuzione. Era ritenuto dagli inquirenti un leader del gruppo camorristico che, in autonomia, gestisce l'importante piazza di spaccio delle "Case Celesti" di Secondigliano. Sulle sue tracce gli investigatori sono finiti dopo che i familiari, non vedendolo rincasare sabato sera, ne avevano denunciato la scomparsa.

Sempre sabato, in un agguato sull'Asse Mediano di Napoli, era stato ucciso Gennaro Sorrentino, 51 anni, affiliato con gli "Scissionisti", gruppo rivale del clan a cui era legato Gargiulo. Era alla guida della sua auto quando è stata avvicinato dai sicari che hanno fatto fuoco.

Un miracolato - Domenico Gargiulo, negli ambienti della mala napoletana, era considerato una sorta di protetto dal destino: era riuscito a scampare, infatti, più volte a diversi agguati. Una volta la pistola del killer si inceppò. Un'altra volta, invece, il 15 ottobre 2012 si salvò ma a essere ucciso fu un innocente, Lino Romano, vittima dei clan ma assolutamente estraneo alle logiche criminali, finito sulla traiettoria dei sicari. Per questo decise di tatuarsi quella data in maniera indelebile sul corpo.

Il regolamento di conti del gruppo rivale - Un'ipotesi al vaglio degli investigatori è quella che Gargiulo sia stato ucciso dal gruppo rivale degli "Scissionisti" per vendicare l'agguato in cui è rimasto ucciso Sorrentino, noto come "capabianca". Il cadavere del 29enne infatti è stato trovato in un'area condominiale di via Zuccarini, non lontano dal luogo dove sabato, in maniera plateale e col rischio che persone innocenti venissero coinvolte, è stato ucciso Sorrentino, ammazzato alla guida della sua auto sulla trafficata strada provinciale 500 dell'asse perimetrale Melito-Scampia, un anello che collega tutti i Comuni della zona a nord di Napoli. Se ci sono collegamenti tra i due episodi toccherà agli investigatori scoprirlo. Un eventuale legame tra i due omicidi potrebbe far ipotizzare la riesplosione di una faida per il controllo degli affari illeciti nel quartiere di Scampia che, più volte, nel corso degli anni ha provocato decine di morti.

Punito per uno sgarro? - Un'altra pista investigativa da non trascurare potrebbe essere quella di un regolamento di conti interno al gruppo camorristico che fa capo all'ex scissionista Roberto Manganiello (arrestato dalla Squadra Mobile nel 2014, dopo un'evasione, affiancato dalla famiglia Marino), di cui Gargiulo era il braccio destro. Un delitto quindi per punire uno sgarro interno al gruppo o per gravi problemi nati in relazione a una partita di droga.