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Meredith, nuova difesa per Amanda

Amanda Knox ha una seconda occasione per tornare in libertà.

Dopo la condanna in primo grado per l'omicidio di Meredith Kercher, il suo pool di legali è convinto di riuscire a ribaltare completamente la sentenza nel processo d'appello. Gli avvocati cercheranno di smontare l'intera impostazione del processo di primo grado attaccando la sentenza giudicata "immotivata", "prevenuta" e "insufficiente rispetto agli standard di diritto internazionali".

Gli avvocati, criticando le 427 pagine delle motivazione giudicate più adatte a un romanzo che ad un processo, usano parole dure: "La Corte - scrivono - ha grossolanamente violato gli standard internazionali". I legali della Knox puntano il dito in particolare su una frase del giudice Giancarlo Massei: "Si può ipotizzare che la scelta di scegliere il male sia inziata con le droghe che Amanda ha ammesso di aver assunto quella sera".

Nella sentenza, dicono in sostanza gli avvocati, si spacciano convinzioni personali per moventi, ipotesi per prove. La dichiarazione di colpevolezza ottenuta in forza dei condizionamenti dovuti alla pressione dei media e frutto più di convinzioni personali che di prove, non sarebbe né giusta né equa. Gli avvocati contestano non solo la mancanza di una serio movente (l'assunzione di droga non sarebbe sufficiente a giustificare l’omicidio), ma attaccano anche quelle che definiscono prove fantasma, come l'ipotesi di un secondo coltello che avrebbe colpito Amanda al collo, ma che non è mai stato trovato.