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Caso Ruby, Maroni querela Fiorillo

Continua il braccio di ferro tra Roberto Maroni e il pm Annamaria Fiorillo sul caso Ruby.

Il ministro dell'Interno avrebbe infatti dato mandato ai suoi legali di procedere nei confronti del pm del Tribunale dei minorenni di Milano per le dichiarazioni considerate "diffamatorie" rilasciate sulla vicenda. "Quando uno è ferito si difende - ha replicato il pm alla notizia della querela -. Me lo aspettavo: va bene, ne prendo atto".

Fiorillo ha ribadito comunque di trovare la vicenda "divertente e paradossale". ''Ma contemporaneamente - ha aggiunto - è utile perché finalmente in veste di indagato potrò dire quello che fino a ora non ho potuto dire. E - ha sottolineato - rinuncio anche all'avvocato''.

Il 10 novembre, il pubblico ministero dei minori presso il tribunale milanese, che si è occupata mesi fa della giovane, si era rivolta al Csm contestando la ricostruzione della vicenda fatta dal ministro dell'Interno in Parlamento. Il pm Fiorillo aveva detto infatti che le parole del ministro Maroni, "che sembrano in accordo con quelle del procuratore Edmondo Bruti Liberati, non corrispondono a quella che è la mia diretta e personale conoscenza del caso". La pm ha sempre sostenuto di aver disposto l'affido della giovane marocchina, all'epoca minorenne, a una comunità protetta.

Il ministro Maroni ha invece ribadito che la polizia ha seguito correttamente le procedure nel caso di Ruby. Per fare rilasciare la giovane marocchina, arrestata per furto a Milano lo scorso 27 maggio, intervenne con una telefonata alla Questura meneghina lo stesso premier, chiedendo ai funzionari di affidarla a Nicole Minetti, consigliere regionale del Pdl e sua ex igienista dentale. Maroni ha detto che "nella gestione della vicenda non si evidenzia alcuna modalità che possa richiamare frettolosità o superficialità da parte della questura di Milano avendo gli uffici rispettato tutte le procedure previste".