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Ciancimino jr indagato per mafia

Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, è indagato dalla procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa.

L'iscrizione nel registro degli indagati, riportata dal Corriere della Sera, è la conseguenza delle dichiarazioni dello stesso Ciancimino jr. Contestando il concorso esterno, i Pm palermitani mostrano di ritenere il figlio di don Vito attendibile, specie nel riferire delle trattative tra Stato e mafia.

L'iscrizione nel registro degli indagati risale a gennaio, ma solo lunedì è stato notificato a Ciancimino jr l'avviso di garanzia. Il figlio del boss avrebbe consegnato, ad alcuni boss di Cosa Nostra, "pizzini" e documenti ricevuti dal padre Vito. Le dichiarazioni rese da Ciancimino jr sembrano dunque aver convinto i pm anche se rimangono ancora delle ombre sull'identità del misterioso "signor Franco", un uomo dei Servizi segreti che avrebbe fatto da tramite tra lo Stato e Cosa nostra.

Ciancimino sarà sentito anche dai pm di Caltanissetta che indagano sulle stragi del '92 e sul fallito attentato a Giovanni Falcone all'Addaura nell'89. Insieme a Ciancimino sono stati indagate altre otto persone sulla cui identità vige pero' il "top secret" della Procura.

Indagato anche il generale Mario Mori
Il generale dei carabinieri Mario Mori è indagato dalla procura palermitana per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo si apprende da fonti investigative. L'inchiesta è quella sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Mori è indagato insieme a Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, tra i protagonisti della presunta trattativa. Sotto inchiesta sono finiti anche i boss Totò Riina, Antonino Cinà e Bernardo Provenzano, accusati di attentato a un corpo politico dello Stato. Stesso capo di imputazione anche per l'ex braccio destro di Mori, l'ex capitano dei carabinieri Giuseppe De Donno. Le nuove accuse al generale Mori, già sotto processo per favoreggiamento aggravato alla mafia in relazione alla mancata cattura di Bernardo Provenza, porterà una modifica del capo d'imputazione nel dibattimento in corso. Si aggrava, dunque, la posizione dell''alto ufficiale.

"Mai sceso a patti con la criminalità"
Il generale dei carabinieri, Mario Mori, ha commentato la notizia dell'inchiesta a suo carico per concorso in associazione mafiosa. "Continuerò a difendermi - ha detto Mori - consapevole di avere soltanto combattuto la criminalità organizzata senza mai venire a patti con l'organizzazione mafiosa". Il generale, che ha confermato "di non avere ricevuto alcuna comunicazione in merito", ha aggiunto che gli argomenti a sua difesa lo "rendono tranquillo".