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Claps,"fu aggredita anche da morta"

Secondo la paleontologa Eva Sacchi, l'assassino di Elisa Claps si accanì sul corpo della giovane "per un tempo relativamente lungo dopo la morte".

Lo si legge nella perizia depositata alla Procura di Salerno, nell'ambito del primo incidente probatorio sull'omicidio della ragazza di Potenza. Gli accertamenti, inoltre, avrebbero evidenziato che chi uccise Elisa, agì con almeno due armi, "una forbice di medie dimensioni e una lama molto tagliente".

"Il taglio di tutti i vestiti e lo spostamento di alcuni di questi - scrive il perito - (operazioni svolte probabilmente anche rivoltando il corpo) necessitano che l'aggressore  abbia continuato ad agire sul corpo stesso per un tempo relativamente lungo dopo la morte, o comunque dopo che la vittima non era più in grado di opporre qualsiasi resistenza".

"Sulla scena del crimine erano presenti almeno due tipologie differenti di armi: una forbice e una lama", scrive la Sacchi. "L'insieme dei dati ottenuti dall'analisi dei danneggiamenti fanno supporre verosimilmente che la forbice fosse di medie dimensioni e la lama molto tagliente", aggiunge. "Tutti gli indumenti della porzione del corpo, ad eccezione delle spalline hanno subito danneggiamenti da lama".

"Bottone di abito talare"
Il bottone rosso trovato nel sottotetto "in prossimità del cadavere" può essere appartenuto all'abito di un cardinale, si legge ancora nella perizia. Il bottone non è compatibile con quelli dell'abito talare di don Mimì Sabia, il giallo rimane aperto però: proprio quell'abito fa supporre, infatti, a chi lo ha analizzato, che i bottoni siano stati sostituiti.

"Ammettendo l'appartenenza del bottone a un abito talare, dato il particolare tipo di rosso - scrive il perito - ammettendo che il colore (cosa verosimile data la composizione della fibra) non abbia subito una variazione, il bottone potrebbe essere appartenuto a un abito cardinalizio".

I bottoni dell'abito talare cardinalizio trovati in un armadio dei locali della chiesa non sono "compatibili da un punto di vista strutturale con il bottone trovato nel sottotetto", sottolinea poi il perito, che aveva appunto il compito di analizzare anche l'abito del parroco, per allontanare i dubbi su un eventuale coinvolgimento dell'anziano sacerdote nell'occultamento del cadavere. "Le condizioni dell'abito, usurato e più volte riparato, e l'ottima condizione dei bottoni fanno ritenere possibile che i bottoni siano stati sostituiti".