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Nel 2010 il battesimo è online

Il battesimo in diretta web.

Da un paio di mesi nella parrocchia Spirito Santo di Corsico, periferia Sud di Milano, i sacramenti possono essere mandati in streaming sulla rete. Un’iniziativa creata per consentire a chi non può recarsi in chiesa perché distante o malato di assistere ai riti religiosi dei propri cari. Tutto grazie a una web tv e a un sito realizzato dal parroco, don Carlo Pirotta, autodidatta perché “non avevamo soldi".

"Ci ho messo un anno per capire come fare” dice l’ecclesiastico di 54 anni che prima si occupava, per dirla con le sue parole, “di una sorta di zingaraggio nei Paesi dell’Europa dell’Est”. Tradotto: svolgeva progetti in cooperazione con la Caritas ambrosiana mirati al sostegno di case di accoglienza per minori o alla riabilitazione di soggetti affetti da disturbi psichiatrici.

Il battesimo in streaming, come è nata l’idea?
È stato un processo graduale. Prima della celebrazione del rito chiedo il consenso a chi verrà ripreso. Durante il battesimo di un bimbo filippino i parenti hanno potuto assistere al rito da casa propria nelle Isole Filippine. Comunque, non mandiamo online solo eventi lieti: abbiamo inviato anche le riprese di un funerale perché alcuni familiari del defunto non potevano essere presenti. C’è anche la possibilità di guardare i video in podcasting per vedere il filmato in base ai propri orari.

Quali altre iniziative per gli internauti?
Si possono scaricare in internet i moduli per la richiesta di battesimo e la domanda di matrimonio. Sia io che la Parrocchia abbiamo un profilo su Facebook. C’ è anche una newsletter mensile per tenere aggiornati i fedeli sulle varie attività. È un meccanismo che si implementa di giorno in giorno per venire incontro a esigenze pratiche.

Crede che sia un modello esportabile o è molto legato al territorio?
Il contesto sociale parrocchiale è stato molto recettivo. In ogni caso, gli strumenti sono utili se si sfruttano in maniera appropriata . La comunicazione telematica non è l’unico mezzo per favorire la catechesi, è solo uno dei tanti che possono essere impiegati. Comunque, altri preti mi hanno chiesto informazioni perché vorrebbero seguire l’esempio.

Tante iniziative anche per i fedeli stranieri, si celebra la messa in quattro lingue…
Sì, ogni domenica è dedicata a una comunità etnica e quest’anno cominceremo a predicare in lingua in inglese. La prima è stata la celebrazione in albanese. Per le messe in lingua vengono altri parroci. Tra i fedeli, la comunità più numerosa è quella filippina, molti anche i rumeni. Nella zona c’è una forte presenza di stranieri ma ben integrata.

Cosa vuol dire evangelizzare nel 2010?
Domanda da un milione di dollari…Bisognerebbe, ora come prima, ascoltare le domande che ognuno ha dentro di sé.
Maria Rosa Pavia