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"Field target", caccia senza sangue

Settembre è il mese in cui si apre la stagione venatoria e, come ogni anno, fioccano le ire degli animalisti.

Il Field target mette d’accordo tutti, annoverando tra i suoi iscritti anche molti cacciatori pentiti. Si tratta di una simulazione di caccia all'aria aperta che ha come bersagli sagome di metallo e non animali. La disciplina - con l’ambizione di diventare sport - è approdata in Italia nel 2006. Nel 2011 l’Italia ospiterà il Campionato del mondo con 250 atleti provenienti da più di 27 Paesi. Ne abbiamo parlato con il presidente della Federazione field target Italia, Alessandro Signorini.

Da dove arriva il Field target? 
"E' una disciplina nata negli anni ’80, nel Regno Unito. All’inizio era un allenamento per la caccia ai piccoli animali nocivi. Poi ha perso la connotazione venatoria e si è diffuso in tutto il mondo"

Dove si svolgono le competizioni?
"In appositi appezzamenti di terreno boschivo con piazzole di tiro da cui gli atleti mirano ai bersagli. Gli obiettivi sono sagome metalliche che rappresentano piccole prede (piccioni, corvi, topi, scoiattoli...). Per abbattere le silhouettes non è sufficiente colpirle ma bisogna centrare una parte ‘vitale’ che tecnicamente si chiama kill zone. È consentito soltanto un tiro per bersaglio"

Più uno sport o un gioco di ruolo?
"All'inizio era un gioco, adesso si sta evolvendo in sport sia per l'agonismo crescente che per l'interesse di produttori e importatori di carabine ad aria compressa"

È un passatempo che rispetta l’ecosistema?
"Sì, le gare non hanno alcun impatto sull’ambiente. Capita spesso che qualche animale selvatico passi con nonchalance mentre miriamo e siamo costretti a interrompere il tiro. Quindi la fauna non si sente affatto minacciata"

Quali differenze e affinità ci sono rispetto alla caccia tradizionale?
"La tecnica non cambia, né il piacere di sparare all’aria aperta. Però non vengono uccisi gli animali e non si usano armi da fuoco ma ad aria compressa."

 

Per acquistare le armi ad aria compressa sono necessarie autorizzazioni o licenze?
"Dipende, per la categoria free, ovvero per armi con energia inferiore a 7.5 joule, non è richiesta alcuna autorizzazione, basta la maggiore età. I minorenni le possono utilizzare in presenza di un tutore. Per la categoria definita full, ovvero con energia superiore a 16,3 J, sono necessarie le stesse autorizzazioni di un'arma da fuoco."

Quanti sono gli iscritti?
"In Italia ci sono circa duemila tesserati, di questi circa il 10% lo pratica a livello ‘professionistico’ prendendo parte al Campionato. Ci sono più iscritti nel Nord Est e nel Centro Italia."

Chi pratica il Field target?
"Tutti. Contrariamente a quello che si potrebbe credere, le donne ottengono ottimi piazzamenti nelle competizioni. Tra l’altro le categorie non vengono distinte in base al genere o all’età. E' la tipologia d'arma che definisce le classi di competizione, non il tiratore"

L’attività può essere praticata già a 10 anni, crede che questo possa istigare alla violenza?
"Al contrario,insegna rigore e responsabilità. I ragazzini hanno molta voglia di imparare e lo fanno in fretta"

Quali obiettivi per il futuro?
"Far conoscere meglio il Field target e ottenere il riconoscimento come disciplina sportiva associata"

Maria Rosa Pavia