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Bertolaso:casa Giulia da card. Sepe

Fu il cardinale Crescenzio Sepe, a lungo al vertice di Propaganda Fide e oggi arcivescovo di Napoli, a indirizzare Guido Bertolaso al professor Francesco Silvano, collaboratore dell'organizzazione religiosa.

Quest'ultimo poi gli mise a disposizione l'appartamento di via Giulia a Roma. Lo ha riferito lo stesso capo della Protezione civile, interrogato martedì dai pm di Perugia titolari dell'inchiesta sugli appalti per i "Grandi eventi".

Agli inquirenti, Bertolaso ha spiegato agli inquirenti di avere contattato "personalmente" il cardinale Sepe, che conosceva da tempo. Nella primavera-estate del 2003 il sottosegretario aveva infatti chiesto e ottenuto, per vicende personali, di soggiornare presso il collegio universitario di Propaganda Fide, sempre a Roma. L'attività lavorativa del Capo del dipartimento della Protezione civile - ha sostenuto lui stesso nella nota diffusa martedì sera subito dopo l'interrogatorio - si era però "mostrata incompatibile con il regime di vita degli studenti dell'ateneo a causa degli orari imposti dalla sua attività istituzionale".

Fu quindi il cardinale Sepe a indirizzare Bertolaso - secondo quanto avrebbe riferito lui stesso ai pubblici ministeri - al professor Silvano, che gli mise a disposizione l'appartamento di via Giulia.

Il sottosegretario ha anche spiegato di avere soggiornato nella casa fino alla fine del 2003 quando tornò a vivere nella sua abitazione. Ma ai magistrati ha anche rivelato di avere mantenuto la disponibilità dell'appartamento, senza comunque soggiornarvi, per un altro anno, quando restituì le chiavi. Nel corso dell'interrogatorio, i pm hanno poi contestato a Bertolaso le dichiarazioni rese dall'architetto Angelo Zampolini, che gli inquirenti sospettano abbia riciclato denaro per Diego Anemone. E' stato lui ad aver detto di aver pagato l'affitto della casa di via Giulia (per conto del costruttore, è il sospetto di chi indaga) senza però fornire date, almeno a quanto sarebbe emerso nell'interrogatorio di Bertolaso. Il capo della Protezione civile ha comunque negato che ciò sia avvenuto quando soggiornava nell'abitazione. Di questa Bertolaso ha ribadito di avere pagato le bollette ma non l'affitto.

Ai pubblici ministeri di Perugia il sottosegretario ha consegnato anche alcune foto di un immobile nella zona di Positano, anche questo finito all'attenzione degli inquirenti. "Un rudere che apparteneva a mia madre", ha sottolineato Bertolaso ai magistrati.

Avvocati Bertolaso: "Basta fuga di notizie"
La Procura di Perugia faccia "chiarezza" sull'ennesima fuga di notizie. E' quanto chiedono gli avvocati di Bertolaso, Filippo Dinacci e Giovanni Dean, dopo la diffusione di alcuni passaggi dell'interrogatorio del capo della Protezione civile. "Prendiamo ancora una volta atto dell'abitudine di fare i processi sui giornali - dicono - e la cosa ci sorprende non poco anche in considerazione del fatto che i difensori, come nel precedente interrogatorio non hanno chiesto né ottenuto copia dell'atto". I difensori si dicono "convinti che su questa ennesima circostanza la Procura di Perugia saprà far chiarezza. E comunque preme rilevare che la pubblicazione di contenuti per stralci di un atto, lo rende oggetto di possibili travisamenti". Quanto alle "fantasiose case" in Costa Azzurra e a Positano, gli avvocati sottolineano che "il dottor Bertolaso, pur non essendo il tema oggetto d'indagine, ha chiarito che la casa in Costa Azzurra è inesistente e che quella a Positano è un rudere di proprietà della famiglia da più generazioni".