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Inchiesta G8, spunta lista nomi

Nell'inchiesta di Perugia sugli appalti spunta una lista di nomi, sequestrata dalla Guardia di Finanza in un pc di Diego Anemone nel 2009.

L'elenco conterrebbe oltre 350 nomi ai quali sarebbero associati dei lavori svolti dalle imprese di Anemone stesso, considerato dai magistrati una delle figure chiave. Gli investigatori stanno verificando 263 conti correnti, intestati anche all'imprenditore e a Balducci o a persone a loro riconducibili.

I magistrati vogliono chiarire se quei nominativi abbiano avuto un trattamento di favore: nella lista, infatti, figurerebbero tra gli altri Scajola, Lunardi e Incalza. 

In lista politici e istituzioni
Politici, alti funzionari dello Stato e vertici delle polizia: ci sarebbero i nomi di personaggi di spicco nella lista sequestrata. Il gruppo Anemone avrebbe eseguito lavori non solo nelle case di vip e potenti ma anche in alcuni dei più importanti palazzi della politica romana e in decine di caserme delle forze di polizia.

Mancino: mai ricevuto regali da Anemone
Nessun regalo mi è mai pervenuto dall'imprenditore Diego Anemone. Lo afferma il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, precisando alcune notizie diffuse dalla stampa. "Il signor Anemone non mi ha fatto nessun regalo", dice Mancino, che aggiunge: "Non ha avuto alcun tipo di protezione nè io ho avuto da lui alcuna regalia, come è stato scritto".

"A seguito della mia nomina a ministro dell'Interno" che risale al '92, fa notare Mancino, "vennero commissionati dal Sisde all'impresa del signor Diego Anemone lavori di messa in sicurezza dell'appartamento da me allora abitato, in locazione a Roma in corso Rinascimento 11. Si trattò essenzialmente della blindatura di porte e di finestre". Nel 2004-2005, quando poi il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli si trasferì in via Arno, "feci eseguire a mie spese - precisa - modesti lavori di messa in opera di due librerie a muro e di un armadio, anch'esso a muro: fu naturale per me rivolgermi a un'impresa che godeva della fiducia di istituzioni prestigiose, e perciò dava garanzie di affidabilità".

Pupi Avati: "Non mi ha regalato niente"
Ci sarebbe anche il regista Pupi Avati, che precisa: "Non ho mai ricevuto regali da Anemone". Il regista spiega che Angelo Balducci si offrì di procurargli e fargli istallare un montacarichi nella sua casa di Todi, cosa che avvenne nel 2002 o nel 2003 mentre il proprietario di casa era assente. Avati quindi non sa chi effettuò i lavori, ma assicura: "Ho pagato regolarmente sia il piccolo saliscendi che il lavoro di installazione all'ingegner Balducci e sono in grado di esibire la matrice dell'assegno e il documento relativo".

In procura a Perugia sono convinti che il vero ammontare del giro di soldi messo in moto da Anemone - secondo l'accusa per compensare i funzionari pubblici che avrebbero favorito le aziende della cricca negli appalti pubblici - sia ancora tutto da quantificare e comunque di molto superiore ai quasi tre milioni scoperti su un conto della Deutsche Banke intestato a Zampolini.

Verifiche su 263 conti correnti
Un fiume di denaro che gli investigatori perugini stanno cominciando a rintracciare nei 1.143 rapporti bancari, di cui 263 conti correnti, intrattenuti da Balducci, Anemone, dai loro rispettivi familiari, dagli intermediari e dalle società a loro riferibili.

Nei prossimi giorni gli ulteriori accertamenti svolti dalla guardia di Finanza su una serie di operazioni sospette segnalate dalla Banca d'Italia, nonché sui conti correnti intestati innanzitutto a Zampolini ma anche ad Alida Lucci, la segretaria di Anemone, dovrebbe cominciare a dare qualche risposta.

Nella movimentazione di quei conti la procura spera di trovare la prova che il denaro sia servito per compensare i funzionari pubblici. Così come dovrà essere ancora chiarita l'ultima delle sei operazioni immobiliari compiuta da Zampolini e gia' accertate dalla Guardia di Finanza, quella che riguarda l'acquisto di un immobile in piazza della Pigna.