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Fininvest, "Mills fu reticente"

"Il fulcro della reticenza di David Mills, in tutte le deposizioni, si incentra nel fatto che egli aveva ricondotto solo a Fininvest, e non a Berlusconi, la proprietà delle società offshore, in tal modo favorendolo in quanto imputato nei processi Queste le motivazioni della Cassazione, con le quali il 25 febbraio ha dichiarato prescritto il reato di corruzione in atti giudiziari nei confronti dell'avvocato inglese, negandogli l'assoluzione.

Le sezioni unite penali nelle 41 pagine di motivazioni sposano in pieno la sentenza d'Appello che aveva confermato la condanna per Mills accusato di corruzione in atti giudiziari per aver ricevuto 600mila dollari in cambio di testimonianze reticenti. In proposito, la Suprema Corte rileva che la sentenza ha una "struttura razionale" sorretta da un "apparato argomentativo logico e coerente, esteso a tutti gli elementi offerti dal processo".

Invece i legali di Mills si sono limitati a "sollecitare la rilettura del quadro probatorio" senza dimostrare le "asserite carenze argomentative", anzi chiedendo una "diversa ricostruzione del fatto non proponibile" in Cassazione. La consumazione del reato, dunque, spiegano gli 'ermellini', "deve ritenersi coincidente con il momento in cui il Mills attraverso l'istruzione data a Quaderer l'11 novembre 1999, si comporto' 'uti dominus' nei confronti della somma che prima era gestita indistintamente in Struie". In quella data, dunque, Mills "compì il primo atto di utilizzazione della somma posta a sua disposizione da Bernasconi, esteriorizzando inequivocabilmente l'intenzione di farla propria".