FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

"Maddalena, preventivi raddoppiati"

Bertolaso: "Così ho cacciato De Santis"

"L'ingegner De Santis (uno dei quattro arrestati, ndr) aveva approvato una serie di progetti per un importo superiore ai 650 milioni, mentre l'importo che avevamo previsto per tutti i lavori alla Maddalena era intorno ai 300 milioni di euro.

Quando mi è stato presentato questo importo che raddoppiava il preventivo, ho preso de Santis e l'ho mandato via". Così il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, si difende parlando a Ballarò.

Cacciando De Santis dunque, dice Bertolaso, "ho fatto quello che dovevo fare come controllore di quella parte che era di mia competenza". Il capo della Protezione civile ribadisce poi che "quelli che sono stati chiamati alla Maddalena fin dall'inizio, Balducci e gli altri, non sono degli architetti che ho preso per strada, o che ho trovato con un bando" ma si trattava di "funzionari del ministero dei Lavori Pubblici".

"Su Balducci parlerà la giustizia"
Quanto a Balducci, Bertolaso ha sottolineato che alla Maddalena "era responsabile diretto e non mi doveva rispondere, sulla base dell'ordinanza fatta il 19 marzo da Romano Prodi": è una "persona competente ed esperta e sarà la giustizia a dire se ha sbagliato o meno".

"Non sono un poliziotto"
E a Floris che gli chiese se non si sia accorto "che Anemone pagava le macchine e le case ai figli di Balducci", Bertolaso replica: "Sono un pubblico ministero, sono un poliziotto che devo controllare queste cose? Il mio compito è quello di realizzare gli interventi nella massima trasparenza, che era assolutamente garantita. Quando mi sono reso conto dopo pochi mesi che si stava esagerando e che vi potevano essere dei dubbi, ho mandato via De Santis, cosa altro potevo fare?".

"Sono rigorosissimo"
"Io - prosegue - sono rigorosissimo sia con me stesso che con i miei dipendenti, i miei funzionari e anche le persone con le quali mi incontro e con le quali parlo". E quindi l'accusa che gli viene contestata, quella di corruzione, "personalmente è una tra le più gravi che si possono immaginare. Tutto il mio staff sa benissimo che ho detto loro e continuo a dire loro 'guai a voi se vi fate invischiare in qualche operazione che sia poco trasparente'. Noi abbiamo solo un valore da salvaguardare che è la nostra dignità, e io l'ho fatto".

Il capo della Protezione Civile ha inoltre ribadito che "negli interventi fatti a Napoli, all'Aquila e nelle altre situazioni che ho gestito in questi otto anni e mezzo, ho fatto tutto il possibile per garantire trasparenza e allo stesso tempo risultati concreti".

"Via dall'Italia chi rideva del terremoto"
Bertolaso poi si mostra molto duro nei confronti dell'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli e del cognato Gagliardi: "Questi personaggi andrebbero espulsi dal nostro Paese, dovrebbero vergonarsi", attacca, riferendosi alla telefonata intercettata tra i due la notte del terremoto a L'Aquila, in cui il primo dice: "E' dalle tre e mezza che rido nel letto". "Credo - spiega Bertolaso - di aver dimostrato a L'Aquila di aver fatto non solo tutto il lavoro che serviva, ma anche di aver eretto una cortina di ferro per impedire che chicchessia potesse arrivare all'Aquila con la speranza di poter speculare sui nostri terremotati".

"Osteggiata la norma sugli arbitrati"
Infine, per quanto riguarda la Spa, il capo della Protezione civile sottolinea come la norma più osteggiata in Senato, "dal centrodestra e dal centrosinistra", non sia stata la Spa stessa "ma una piccola norma che diceva che sono annullati tutti gli arbitrati che a qualsiasi titolo siano stati attivati nell'ambito delle attività della Protezione Civile". Bertolaso ha spiegato di essere stato lui stessa "a volerla inserire. Perché? Perché indipendentemente dalla mia possibilità di controllo, a un certo punto le imprese si mettono d'accordo con le stazioni appaltanti per fare gli arbitrati, quando ci sono esigenze di aumentare la spesa. E contro questa norma hanno votato il centrodestra e il centrosinistra".

"Una trappola? Non posso escluderlo"
Alla domanda se gli sia stata tesa una trappola che lo ha fatto finire nell'indagine della procura di Firenze, Bertolaso ha risposto "non posso escluderlo". "Io non sono un dietrologo, non so cosa possa essere accaduto - ha spiegato-. Fatto sta che quando alla fine dell'anno è uscito il sondaggio che diceva che ero tra i più popolari in Italia, mi sono preoccupato. E quando il presidente del Consiglio ha detto che mi nominava ministro, mi sono messo le mani nei capelli. Non perché non fossi felice", ma perché "sono una persona libera e indipendente, che deve dire dei no quando serve". Quanto al fatto che il cognato Piermarini abbia lavorato alla Maddalena, Bertolaso ha spiegato che è stato preso, ma non da lui, "perché e bravo. Adesso, solo perché è cognato di Bertolaso, deve lavorare in Svizzera?".