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Corteo per l'Alcoa, scontri a Roma

Protesta per azienda a rischio chiusura

Scontri a Roma fra lavoratori dell'Alcoa e forze dell'ordine.

Il corteo degli operai dell'azienda sarda di Portovesme, a rischio chiusura, ha tentato di lasciare il percorso concordato con la prefettura per andare sotto le finestre del ministero dello Sviluppo economico dove era in corso la trattativa fra azienda e sindacati. Nel corso del fronteggiamento tra manifestanti e forze dell'ordine, sono rimasti feriti un dimostrante e due agenti.

Erano un migliaio gli operai che hanno sfilato e che hanno poi cercato di deviare dal percorso. Secondo quanto riferisce la polizia, i manifestanti "sono partiti da piazza della Repubblica e giunti a largo di Santa Susanna improvvisamente hanno deviato dal percorso precedentemente concordato imboccando via Bissolati, dove hanno cercato di forzare lo sbarramento della polizia di Stato. Nel corso del fronteggiamento tra manifestanti e forze dell'ordine, un manifestante è stato colto da malore e subito soccorso. Un agente è stato spintonato ed è caduto a terra battendo la testa. Un altro agente ha riportato contusioni a un ginocchio dopo essere stato colpito dal megafono lanciato da un manifestante".

La polizia sottolinea che "le forze dell'ordine in ogni caso non hanno effettuato alcun tipo di intervento repressivo nè tantomeno fatto uso di manganelli, ma solo azioni di contenimento".

Dopo gli scontri, intorno alle 14, la delegazione sindacale presente al ministero ha interrotto la trattativa per incontrare i manifestanti. Trattativa che comunque è poi ripartita dopo una quarantina di minuti.

Il segretario nazionale della Uilm, Mario Ghini, spiega che la delegazione ha incontrato gli operai "anche per rasserenare gli animi, dato che era arrivata la notizia di momenti di tensione tra operai e forze dell'ordine. Il corteo dei lavoratori Alcoa è pacifico, la vertenza in atto merita la massima attenzione e con questo spirito abbiamo ripreso la trattativa in sede ministeriale". Al tavolo non partecipa il ministro Claudio Scajola in missione all'estero. L'esecutivo è rappresentato dal sottosegretario Stefano Saglia e dal capo di gabinetto del ministro Luigi Mastrobuoni.

Le richieste dei sindacati
Intanto si apprende che il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha chiesto al governo di trovare una soluzione per il costo dell'energia per l'Alcoa e di lavorare per evitare i tagli occupazionali. L'azienda ha minacciato di chiudere lo stabilimento a causa della richiesta dell'Unione europea di restituire quasi 300 milioni di euro dati dallo Stato per tariffe energetiche agevolate, un aiuto considerato illegittimo.

''Quello che non ci convince della vicenda Alcoa - ha detto Angeletti a margine del confronto - è che la Commissione europea ha usato due pesi e due misure. Ci sono altre situazioni in Europa che non hanno avuto la stessa attenzione. Tuttavia è altrettanto inaccettabile che quella decisione diventi ora un pretesto usato dall'azienda per mettere in campo un piano di dismissione. L'attività deve proseguire e l'occupazione deve essere tutelata. Applicando la decisione della Commissione il costo dell'energia per quella realtà industriale rischia di essere insostenibile. Ecco perché chiediamo al governo di mettere in atto soluzione alternative, capaci comunque di garantire un prezzo dell'energia paragonabile a quello degli altri paesi europei''.