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"Botte in tribunale? Che orrore"

Non può crederci il presidente De Fiore

"Il pestaggio in tribunale di Stefano Cucchi aggiungerebbe orrore all'orrore".

E' esterrefatto, il presidente del Tribunale di Roma Paolo De Fiore, all'idea che l'ipotesi possa corrispondere alla verità. A riferire le sue dichiarazioni è il "Messaggero", secondo cui De Fiore non riesce a credere che all'interno del Palazzo di giustizia possa essersi verificato un fatto simile.

De Fiore ha voluto andare con i familiari di Stefano nei sotterranei, dove la mattina del 16 ottobre Cucchi, in attesa del processo, secondo la testimonianza di un detenuto sarebbe stato pestato. Insieme con il presidente c'erano il padre di Stefano, Giovanni, la sorella Ilaria e il senatore dell'Italia dei Valori, Stefano Pedica. "Auspico che possa essere creata una struttura ad hoc, per verificare le condizioni dei detenuti in entrata e in uscita dagli uffici di piazzale Clodio", ha detto De Fiore. Che, a tu per tu con i familiari, dice di essere vicino al dolore della famiglia.

E' stata Ilaria a chiedere al presidente di conoscere i modi in cui si verifica il passaggio di custodia dei detenuti tra carabinieri e agenti di polizia penitenziaria. In particolare, Ilaria voleva sapere "di chi era il compito di accompagnare mio fratello in bango prima dell'udienza". Il testimone infatti ha detto che Stefano è stato pestato quando voleva andare in bagno.

Ad arrivare fino alle camere di sicurezza è stato soltanto il senatore Pedica. Papà e sorella non sono arrivati fin là. Ed è lo stesso Pedica a descrivere la disposizione delle celle. "Quindici, disposte in fila su un solo lato, lungo uno sretto corridoio, non più di un metro e mezzo di larghezza. Di fronte, solo un muro bianco. All'interno delle celle, circa tre metri per tre, ci sono due panche, sulle quali possono sedere circa 12, forse 15 persone. Nelle celle, non ci sono finestre, ma su ogni porta uno spioncino quadrato, di circa 30 centimetri, che si può aprire solo dall'esterno".