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Cucchi, "picchiato in tribunale"

Testimonianza di un detenuto al pm

Stefano Cucchi sarebbe stato picchiato da almeno due agenti di polizia penitenziaria mentre era nella cella del palazzo di Giustizia di Roma, in attesa del suo processo per direttissima.

E' la testimonianza, secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani, resa ai magistrati da un immigrato clandestino di 31 anni, arrestato il 15 ottobre per stupefacenti. Sarebbe lui il testimone che il 3 novembre ha raccontato al pm il pestaggio del giovane.

Secondo il racconto dell'avvocato di S.Y., Francesco Olivieri, il 16 ottobre il suo assistito è in una delle celle del palazzo di Giustizia, in attesa del processo. Di fronte alla sua c'è quella in cui viene rinchiuso Cucchi. E' attraverso lo spioncino della sua cella che "in tarda mattinata" S.Y., allarmato dalle "grida" che sente, si affaccia e vede due agenti di polizia penitenziaria picchiare Cucchi che, uscito di cella per andare in bagno, non voleva più tornare in camera di sicurezza.

Secondo il racconto del detenuto, che si trova al Regina Coeli, Cucchi sarebbe stato colpito prima con due manrovesci che l'hanno gettato in terra, poi preso a calci mentre era steso sul pavimento. Infine trascinato in cella dagli agenti.

Dopo i processi per direttissima, S.Y. e Stefano Cucchi vengono sistemati nella stessa cella. Qui, S.Y. avrebbe visto i lividi che gonfiano il volto di Cucchi. Infine, entrambi vengono portati al Regina Coeli, i polsi legati con le stesse manette. E' in questo momento, sempre secondo quanto riferisce l'avvocato Olivieri, che Cucchi sussurra a S.Y.: "Hai visto questi bastardi come mi hanno ridotto?".

La procura dispone la riesumazione: "2-3 gli indagati"
I pubblici ministeri Maria Francesca Loy e Vincenzo Barba, d'intesa con il procuratore capo Giovanni Ferrara hanno disposto la riesumazione di Cucchi accogliendo una richiesta dei legali della famiglia. Si dovranno svolgere tutta una serie di esami e riscontri clinici per dare ulteriori riscontri all'ipotesi che Cucchi sia stato oggetto di un pestaggio, quando era già stato arrestato. "Si indaga su 2-3 persone, per omicidio preterintenzionale. Bisogna attendere i risultati definitivi degli accertamenti medico-legali prima di procedere. Non bisogna fare confusione in questo momento. E' una fase delicata". Così una autorevole fonte di piazzale Clodio ha detto rispetto allo stato dell'inchiesta.

Giovanardi: "Chiedo scusa alla famiglia"
"Quando ci sono dei fraintendimenti, soprattutto se offendono la sensibilità di una famiglia, è giusto chiedere scusa". Lo ha detto il sottosegretario Carlo Giovanardi a proposito della morte di Stefano Cucchi, rispondendo alla domanda se volesse chiedere scusa alla famiglia. "Tengo a ribadire che è un fatto gravissimo, intollerabile, che per cinque giorni Stefano non sia stato curato. E' entrato in ospedale che pesava 43 chili ed è uscito che ne pesava 36. Non è stato nutrito", ha aggiunto.

Il sindacato di polizia penitenziaria: impossibile che qualcuno abbia visto
Ma sulla vicenda, e contro la testimonianza dell'immigrato, è intervenuto il sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe. A parlare è stato Donato Capece, segretario generale, spiegando che è impossibile che l'uomo abbia visto quanto dice perchè le celle sono posizionate in modo che quanto accade fuori sia invisibile a chi è all'interno. "Abbiamo la consapevolezza che a Piazzale Clodio la Polizia Penitenziaria ha lavorato come sempre nel pieno rispetto delle leggi. E dopo quello che abbiamo visto e sentito oggi ne siamo sempre più convinti", ha detto visitando con una delegazione il reparto di polizia penitenziaria che opera nelle celle del Palazzo di Giustizia di piazzale Clodio a Roma. "Abbiamo avuto modo di parlare con tutto il personale, al quale abbiamo voluto esprimere la piena vicinanza del Sappe, e sono emerse fatti importanti come, ad esempio, quello che smentisce il detenuto che dice di avere visto dalla cella di fronte il presunto pestaggio di Cucchi. Non è possibile, perché tutte le 15 celle di piazzale Clodio sono posizione su un solo lato e non ne hanno altre di fronte".

Fu la polizia a chiamare il medico per Cucchi
"E' emerso anche che la mattina in cui era presente Stefano Cucchi, che stazionava nella medesima cella con altri 3 detenuti stranieri, c'erano lì almeno altre 70/80 persone, tra arrestati e appartenenti alle varie Forze di Polizia che avevano operato gli arresti - continua Capece. "E ancora: una volta conclusa l'udienza di convalida, alla quale Stefano Cucchi ha presenziato accompagnato dai Carabinieri che lo arrestarono, è stato un nostro assistente di polizia penitenziaria a chiamare il medico del primo soccorso del Palazzo di Giustizia perché Stefano accusava dei dolori ma poi è stato Cucchi stesso a non volersi fare visitare".