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Marrazzo, parla uno dei quattro Cc

"Ci disse: vi aiuterò nellʼArma"

Carlo Tagliente, uno dei quattro carabinieri arrestati nell'inchiesta sul caso Marrazzo, parla della serata in cui trovarono l'allora presidente della Regione Lazio con un trans.

Era "un viados di pelle scura e noi non sapevamo cosa fare". "Saprò ricompensarvi, vi aiuterò nell'Arma", avrebbe detto Marrazzo secondo quanto dichiarato dallo stesso militare. "Quindi Marrazzo ci disse che avrebbe potuto aiutarci se avessimo voluto un trasferimento".

"Lui ci pregò con gli occhi lucidi di non fare nulla perché ci diceva 'io ho una mia dignità e la mia posizione... vi prego... aiutatemi ... saprò ricompensarvi'", prosegue Tagliente nelle sue dichiarazioni spontanee agli atti dell'inchiesta e già nella disponibilità delle parti in vista dell'udienza del tribunale del riesame.

Lo stesso Tagliente aggiunge che, non avendo individuato "nessuna cosa pertinente a qualunque tipo di reato" e visto che non sapeva "veramente cosa fare" insieme al suo collega decise di andarsene "senza fare nulla per timore della personalità".

Sempre a dire di Tagliente, "circa 15 giorni dopo" lo stesso confidente che gli aveva segnalato un festino in corso con dei trans - segnalazione che aveva portato lui e Simeone nell'abitazione dove si trovava Marrazzo - gli disse che "era entrato in possesso, senza specificare come, di un video che ritraeva il citato presidente Marrazzo mentre si trovava in compagnia di un trans in atteggiamenti ambigui". Il trans non era però lo stesso perché "era un trans biondo, questa volta".

Tagliente racconta ancora che "nei primi giorni di luglio", probabilmente il 3, un suo confidente - Guianguarino Capasso, poi morto d'infarto - segnalò a lui e al suo collega Luciano Simeone "che si stava svolgendo un festino con dei trans all'interno di un appartamento in via Gradoli". I due militari andarono sul posto (era verso ora di pranzo), bussarono, qualificandosi come carabinieri. "Aprì un viados di pelle scura, moro di capelli. Noi entrammo e ci trovammo di fronte una persona di sesso maschile che riconoscemmo subito essere il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Alla vista di questa personalità ci trovammo in gravissimo imbarazzo", anche perché Marrazzo era seminudo "per cui non sapemmo veramente cosa fare".

"Prima di andarmene - continua - su sua richiesta, gli lasciai l'utenza ... che utilizzavo normalmente per i contatti con i confidenti". Un'utenza di cui però il carabiniere si sarebbe disfatto "circa 10 giorni dopo perché ero intimorito, imbarazzato dalla possibilità che lui potesse chiamarmi... non volevo ricevere la sua chiamata".

Il carabiniere aggiunge che Capasso gli dette il video, che lui e Simeone nascosero "in una zona di campagna sulla via Trionfale vicino al ponte nuovo". Da quel momento comincia la ricerca di un acquirente, con la collaborazione degli altri presunti complici del ricatto. Attraverso due canali: quello con un imprenditore, che però "non ha portato a nulla", e quello con Max Scarfone, il fotografo collaboratore dell'agenzia Masi di Milano.

Tagliente riferisce di aver ricevuto dai titolari dell'agenzia l'offerta di 50mila euro, che "noi valutammo positivamente". Qualche giorno dopo, però, preoccupati da alcuni episodi, come la presenza di un carabiniere del Ros che sembrava controllarli, "decidemmo di distruggere il video e chiudere questa vicenda che - dice Tagliente - mi pento veramente di avere iniziato". Il cd venne "spaccato in più pezzi" che furono gettati "in un bidone dell'immondizia vicino alla caserma sede della Comapgnia Trionfale".