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"Non fate nulla, vi ricompenserò"

Caso Marrazzo, parlano i carabinieri

Primi dettagli sulle dichiarazioni spontanee fatte dai tre dei quattro carabinieri arrestati per l'estorsione al Governatore del Lazio.

"Siamo entrati nell'appartamento identificandoci: c'era un uomo parzialmente svestito, Piero Marrazzo, che ci ha pregati di non fare nulla per non comprometterlo in considerazione della sua posizione e che ci avrebbe ricompensati", hanno dichiarato gli indagati Tagliente, Simeone e Testini.

I nuovi dettagli sono riportati nell'ordinanza del gip del tribunale di Roma. "Dopo aver fornito a Marrazzo un'utenza telefonica, ci siamo allontanati non avendo riscontrato reati"; si legge nella deposizione delle dichiarazioni spontanee. "I tre indagati  - prosegue l'ordinanaza - hanno inoltre affermato concordemente di aver ricevuto verso la fine di luglio 2009 da un loro confidente, gravitante nel mondo dei transessuali, tale Gianguarino Cafasso (deceduto nel settembre 2009) un filmato su cd nel quale era appunto ripreso il presidente Marrazzo in compagnia di un transessuale in atteggiamenti ambigui e nel quale veniva ripresa anche della polvere bianca".

Secondo gli indagati "Cafasso aveva chiesto loro di aiutarlo a venderlo e dopo la morte del Cafasso avevano continuato con le trattative condotte con l'aiuto di Tamburrino (il carabinieri accusato della ricettazione) anche attraverso il suo amico fotoreporter Scarfone (Max Scarfone) con i rappresentanti di un'agenzia di Milano con i quali era infine stato raggiunto l'accordo per 50 mila euro".

"Pochi giorni prima nelle perquisizioni si erano accorti di probabili indagini nei loro confronti di colleghi appartenenti al Ros e avevano deciso di distruggere i cd contenenti il filmato", si legge ancora nell'ordinanza. "Tagliente in particolare dichiarava che circa 15 giorni prima della consegna del video (3 luglio 2009 di mattina probabilmente) lui e Simeone erano stati contattati dal Cafasso che gli aveva riferito che in un appartamento in via Gradoli era in corso un festino con dei transessuali, continua il gip Spinaci.

Tagliente, Simeone, Testini nel corso dell'interrogatorio di garanzia, si legge nell'ordinanza "modificavano parzialmente le precedenti dichiarazioni affermando: Tagliente e Simeone che effettivamente il video in loro possesso si riferiva all'episodio del loro accesso nell'appartemento in via Gradoli, in occasione del quale era presente anche Cafasso che a loro insaputa aveva filmato le immagini dell'intervento, che avevano gettato nel water la droga prima di uscire e che avevano informato nella giornata stessa Testini (che era in ferie a Bari) della vicenda. Testini di essere stato telefonicamente informato del sopralluogo e di avere insieme ai colleghi ricevuto il video dal Capasso".

Cinquemila euro la somma concordata col trans
Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma, Sante Spinaci, viene inoltre precisata la cifra pattuita dal Governatore col trans. "Marrazzo, esaminato dal pm il 21 ottobre 2009, ha precisato che tra il 1 e il 4 luglio 2009 si recava in un appartamento per avere un incontro sessuale a pagamento con una certa Natalie. Qui, dopo essersi parzialmente spogliato, deponeva tremila euro parte della somma concordata, pari a 5000 mila euro su un tavolinetto, conservando la rimanente parte e i suoi documenti all'interno del portafogli", si legge nel testo.

"Mentre si accingevano a consumare il rapporto sessuale concordato - continua il gip - si presentavano alla porta d'ingresso due uomini qualificandosi come carabinieri (identificati poi come Simeoni e Tagliente) ed entrando nell'appartamento assumevano un atteggiamento estremamente arrogante, tanto da incutere soggezione e paura, si facevano consegnare da Marrazzo che avevano riconosciuto come presidente della Regione il portafogli con i documenti tenendo in un locale separato Natalie e si recavano in un'altra stanza".

"Al loro ritorno - si legge ancora nell'ordinanza di otto pagine - uno dei due gli chiedeva di consegnare loro molti soldi e di andarli a prendere, facendogli capire che altrimenti vi sarebbero state rappresaglie o comunque conseguenze negative, accettando poi che Marrazzo consegnasse loro tre assegni dell'importo uno di diecimila euro e due di cinquemila euro ciascuno. I due prima di andare via lasciavano un numero di cellulare al quale Marrazzo doveva chiamarli per la consegna di altro denaro, facendosi dare da Marrazzo un numero telefonico per ricontattarlo". Il gip scrive che "esaminando il portafogli, Marrazzo si accorgeva che dallo stesso mancava la somma di duemila euro e che non era presente quella di tremila euro appoggiata sul tavolino, circostanza della quale Natalie (il trans) si mostrava contrariata".

Quadro indiziario di assoluta gravità
"'Dalle risultanze di indagine emerge un quadro indiziario di assoluta gravita' nei confronti degli indagati, in particolare in relazione alle condotte poste in essere per la realizzazione di un piano preordinato (da parte dei tre) e per l'acquisizione di profitti illeciti". Così il gip del Tribunale di Roma ha motivato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrino e Nicola Testini, i quattro carabinieri accusati dell'estorsione al presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo.
"Dimissioni entro novembre"
"Le dimissioni sono nelle mani di Marrazzo. La giunta non è in grado di dire quando arriveranno ma non c'è dubbio che non supereranno il mese di novembre". Lo ha detto Esterino Montino, vicepresidente della giunta regionale del Lazio al quale è andata la reggenza dopo lo scandalo che ha travolto il presidente Piero Marrazzo. "Lo trovo seriamente provato. A me preoccupa. Naturalmente l'impatto è stato fortissimo e spero che possa riprendere serenamente il lavoro e le scelte che deve fare", ha aggiunto.