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Arrestato in ospedale il boss Pelle

Catanzaro, era a capo cosca di San Luca

Antonio Pelle, considerato il capo storico dell'omonima cosca di San Luca, è stato arrestato dai carabinieri del Ros di Reggio Calabria.

Il boss 77enne era latitante dal 2000. Pelle, conosciuto come "Gambazza", è stato bloccato nel reparto di chirurgia dell'ospedale di Polistena, nella piana di Gioia Tauro. Il suo nome figurava nell'elenco dei 30 ricercati più pericolosi d'Italia.

"E' tutto finito", ha detto il boss latitante ai carabinieri del Ros che lo hanno arrestato in una stanza di ospedale. Pelle si trova ancora ricoverato in una stanza del reparto di chirurgia dell'ospedale di Polistena. L'uomo era stato ricoverato d'urgenza per un'ernia strozzata. La circostanza, evidentemente, non è sfuggita ai carabinieri che erano da mesi sulle sue tracce, anche se ancora non erano riusciti a bloccarlo. Nelle ultime ore, avuta la certezza che Pelle era ricoverato, i carabinieri del Ros sono entrati in ospedale e lo hanno bloccato. Viste le sue condizioni non è escluso che debba rimanere in ospedale per alcuni giorni.

Condannato a 16 anni di reclusione, pena che non ha finito di scontare, per sequestro di persona, traffico di sostanze stupefacenti ed associazione mafiosa, Pelle era ricercato per associazione mafiosa finalizzata al traffico internazionale di armi, sostanze stupefacenti ed altro. Dal 18 settembre 2007 le sue ricerche erano state diramate anche in campo internazionale.

I boss si muovevano nei bagagliai
Gli uomini delle cosche dei Pelle-Vottari di San Luca, dopo l'omicidio di Maria Strangio avvenuto a Natale del 2006, si spostavano nascondendosi nei bagagliai delle loro automobili. E' quanto emerso durante il processo che vede imputate 14 persone accusate di far parte delle cosche di San Luca. Nel corso dell'udienza è stato sentito il maresciallo dei carabinieri del gruppo di Locri, Donato Lionetti, il quale ha raccontato che "dopo la strage di Natale, nella quale fu uccisa Maria Strangio ed altre quattro persone rimasero ferite, e fino ad agosto del 2007, le mogli degli affiliati al clan Pelle-Vottari nascondevano i mariti nei bagagliai delle auto o sui sedili posteriori e li portavano in giro tra San Luca e Bovalino per farli incontrare tra di loro".

L'investigatore ha raccontato anche che nel luglio del 2007 "Sebastiano Vottari si recò a Messina accompagnato da Marco Marmo, una delle sei persone uccise nella strage di Duisburg". Il processo è scaturito dall'operazione Fehida fatta da polizia e dai carabinieri pochi giorni dopo la strage di Duisburg ma quest'ultimo episodio non e' tra i reati contestati agli imputati. Agli imputati, tra cui Giovanni Strangio, viene contestato il reato di associazione mafiosa e, ad alcuni, l'omicidio di Maria Strangio, moglie di Giovanni Luca Nirta, uno dei presunti capi della cosca, uccisa il 25 dicembre del 2006, e quello di Bruno Pizzata, avvenuto il 4 gennaio del 2007.