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Caffarella,"Dna non dei due romeni"

Stupro Roma,esami favorevoli a indagati

Esito negativo degli ulteriori accertamenti, disposti dalla Procura di Roma, sulle tracce biologiche sequestrate dalle forze dell'ordine nell'inchiesta sullo stupro nel parco della Caffarella.

Le analisi, effettuate dall'istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza, avrebbero avuto esito favorevole per i romeni Alexandru Loyos Isztoika, 20 anni, e Karol Racz, 36 anni, inizialmente accusati per i fatti dello scorso 14 febbraio.

Le analisi compiute dalla genetista Carla Vecchiotti avrebbero perciò confermato quanto già stabilito dalla polizia scientifica: ossia che il Dna estratto dai tamponi, dai mozziconi di sigarette e da altri oggetti affidati agli esperti non è di Alexadru Isztoika Loyos e di Karol Racz, i due romeni inizialemente accusati dello stupro della ragazzina di 14 anni.

Non si è trattato di un nuovo esame del test genetico, ma di una comparazione del dna prelevato dalla scientifica e quello dei due indagati. In procura è stato precisato che l'attività di laboratorio non è ancora conclusa. La polizia scientifica deve, in particolare, ultimare gli esami sugli indumenti della ragazzina e su altri reperti, compreso il cappotto marrone con una macchia di sangue che la proprietaria di un bar diede alla ragazzina dopo lo stupro.

In attesa dell'udienza del tribunale del riesame, in programma lunedì prossimo, il pm Vincenzo Barba deve ora formulare il proprio parere sulle richieste di scarcerazione. In Procura c'è scetticismo sull'ipotesi che dietro la confessione di Isztoika si celi la copertura di altri presunti responsabili.

Dna non è del fidanzatino della 14enne
I due profili di Dna non sono riconducibili al fidanzatino della ragazzina di 14 anni violentata nel parco romano della Caffarella. Gli inquirenti avevano deciso di prelevare il codice genetico del giovane al fine di chiarire con maggior precisione l'appartenenza dei dna estrapolati dai reperti.