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"Io sono felice. Povera Eluana"

Milano, parla giovane uscito dal coma

Come Eluana anche lui è entrato nel tunnel dopo un incidente stradale: la sera di Ferragosto del 1991.

Come Eluana è rimasto sospeso nell'esistenza vegetativa anni e anni. Ma i suoi genitori non si sono arresi e, un bel giorno, Massimiliano Tresoldi si è risvegliato. Il 36enne di Carugate, nell'hinterland milanese, non può ancora parlare, ma comunica attraverso l'alfabeto dei segni e la scrittura. Un giorno ha scritto: "Io sono felice. Povera Eluana".

Come racconta la "Gazzetta della Martesana", Massimiliano, dopo dieci anni di coma, si è ripreso quasi magicamente. I medici non avevano dato molte speranze alla mamma Lucrezia Povia, al papà Ernesto e ai fratelli Barbara e Gabriele. 

A credere forse più di tutti in quello che per i medici è quasi un miracolo è stata la mamma. "Mio figlio capiva tutto quando era in coma - ha raccontato la donna alla "Gazzetta della Martesana" - Nessuno se lo sa spiegare, nemmeno i medici, ma lui ricorda perfettamente i discorsi che abbiamo fatto quando lui non era cosciente. Stava sdraiato con gli occhi aperti, non comunicava, ma capiva tutto: di questo noi abbiamo la certezza".

La donna fa il confronto con la vicenda di Eluana Englaro, la 38enne che da 17 anni in stato vegetativo permanente. "E' proprio per questo motivo che ritengo un comportamento vergognoso quello del papà di Eluana Englaro: non si può togliere l'alimentazione a una persona che è ancora viva e farla morire di fame. E' un'atrocità immensa. Non dobbiamo essere ipocriti: pratichiamole una puntura e uccidiamola, tanto è comunque eutanasia. Io sono contraria all'accanimento terapeutico: se vedo una persona soffrire è giusto interrompere il dolore, ma non è questo il caso: Eluana, come Max, non è tenuta in vita da un respiratore o da una macchina, semplicemente c'era un sondino gastrico per l'alimentazione. Io ho scelto, quando mio figlio era ancora in coma, consapevole dei rischi, di interrompere quell'alimentazione forzata e di tornare a imboccare con pazienza e amore Max ogni giorno. Certo, è stato un lavoro lungo, ma vederlo rifiorire e recuperare peso è stato per noi una grande ricompensa".

Max oggi è felice e, anche se non parla, si fa capire bene. Ringrazia gli amici che lo sono sempre andati a trovare. Su un foglio ha scritto ad uno di loro: "Grazie Claudio sei sempre grande", Ma sa essere anche molto severo. Ad un sacerdote ha chiarito:  "Tu in me non hai mai creduto. Mia madre sì che ha faticato". Poi, un giorno, per far capire alla madre che aveva problemi di vista, ha iniziato a tenersi il capo fra le mani. E quando la donna le ha chiesto se aveva dolore, lui ha alzato il pollice. Così lei l'ha portato dall'oculista e il problema è stato risolto.

Max ama lo sport e segue i programmi sportivi in televisione. Solo di una cosa non vuole parlare: l'incidente. Ma in questi giorni segue la vicenda della sua coetanea: "Povera Eluana" ha scritto.