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Mez, Amanda: "Non ho paura"

Delitto di Perugia,iniziato il processo

Le porte del palazzo di Giustizia di Perugia si sono aperte per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati di aver ucciso Meredith Kercher, per la prima udienza del processo.

Tanti giornalisti, ma solo una decina di persone nel pubblico. "Sto bene e non ho paura, verrà fuori la verità", ha detto Amanda sorridendo. "Sono tranquillo, speriamo bene", ha detto invece Sollecito con aria impaurita e quasi a disagio.

Knox e Sollecito sono detenuti, in due carceri differenti, dal 6 novembre del 2007. In cella rimane Rudy Guede, l'ivoriano già condannato a 30 anni di reclusione per il concorso nel delitto.

La Corte è presieduta da Giancarlo Massei, 56 anni, presidente della sezione penale del Tribunale di Perugia dal 2006. A latere Beatrice Cristiani, 53 anni. A comporre la giuria popolare, tre uomini di 35, 38 e 57 anni e tre donne di 37, 43 e 51 anni, i cui nomi, insieme a quelli di quattro supplenti, sono stati estratti a sorte con un programma computerizzato tra tutti i cittadini italiani che risiedono nel territorio di competenza del Tribunale di Perugia.

Tutti hanno prestato giuramento all'apertura del processo per poi passare alla costituzione delle parti: gli imputati Raffaele Sollecito (difeso dagli avvocati Luca Maori, Marco Brusco e Giulia Bongiorno) e Amanda Knox (difesa dagli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova), i pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi e le parti civili (tra cui la famiglia di Meredith e la proprietaria del casolare di Via della Pergola dove avvenne il delitto).

Amanda: "Non ho paura del processo"
Al termine dell'udienza, Amanda è apparsa serena. "Verrà fuori la verità", ha detto agli agenti che l'hanno presa in consegna per riportarla al carcere di Capanne. "Sto molto bene e non ho paura del processo", ha poi aggiunto la ragazza sorridendo. Di lei ha parlato anche una zia arrivata da Seattle per il processo: "E' magrissima, ma molto serena".

Sollecito: "Speriamo bene"
Dopo sette ore davanti ai giudici popolari che dovranno giudicarlo, Raffaele Sollecito è apparso impaurito e a disagio. "Sono tranquillo, speriamo vada tutto bene, è lunga, ma aspettiamo, siamo qui", ha detto durante una pausa dell'udienza. Per tutta la durata dell'udienza, il giovane barese è rimasto molto teso, a differenza di Amanda che ha sorriso più volte, e si è sciolto solo quando la sua ex fidanzata gli ha detto che stava bene con i capelli tagliati. "Grazie" ha mormorato sorridendo e diventando rosso. Ai suoi legali, Giulia Bongiorno, Luca Maori e Marco Brusco, ha più volte chiesto spiegazioni sullo svolgimento del processo, attento a non perdersi i passaggi più importanti.

Vietate le riprese audio-video
Il processo è a porte aperte, ma è stata negata l'autorizzazione alle riprese video del dibattimento da parte dei giornalisti respingendo l'istanza presentata dai legali della famiglia della vittima che avevano chiesto che il procedimento si svolgesse a porte chiuse. La corte, inoltre, ha disposto che l'eventualità che il processo si svolga a porte chiuse venga valutato di volta in volta a seconda delle necessità delle singole udienze. Motivando il divieto per le telecamere di riprendere le fasi del processo, il presidente della corte, Giancarlo Massei, ha ritenuto che "non c'è interesse sociale alle riprese televisive" dato che i giornalisti "potranno assicurare la conoscenza tempestiva del dibattimento".

"Non si usi il memoriale"
I difensori di Amanda hanno chiesto che venga decisa l'inutilizzabilità del memoriale scritto dalla giovane la mattina del 6 novembre 2007, quando era in attesa di essere portata in carcere dopo il fermo operato in questura. L'avvocato Carlo Dalla Vedova ha parlato di un "atto personale di difesa della giovane americana", sostenendo che nel testo la Knox spiega quanto sostenuto nell'interrogatorio che si era svolto alle 5,45 di quella mattina. Un interrogatorio che Dalla Vedva chiama "la presunta confessione di Amanda", dichiarata però inutilizzabile dalla Cassazione per violazione dei diritti della difesa: secondo il legale il memoriale rappresenta una sorta di conseguenza di quei verbali. "Un documento - ha spiegato - scritto senza interprete, senza avvocato e senza che alla Knox fosse detto quale era la sua posizione processuale''.