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Diffamò Previti, 8 mesi a Travaglio

Giudice: "Fece accostamento insinuante"

Il giornalista Marco Travaglio è stato condannato, lo scorso 15 ottobre, a 8 mesi di reclusione per diffamazione ai danni di Cesare Previti.

"Lo diffamò con un accostamento insinuante in un articolo pubblicato sul settimanale 'L'espresso' il 3 ottobre 2002": questa la motivazione della sentenza depositata dal giudice del Tribunale di Roma, Roberta Di Gioia. La pena è sospesa per via dell'indulto.

Questo il passaggio cruciale del provvedimento: "La circostanza relativa alla presenza dell'onorevole Previti in un contesto di affari illeciti e di pressioni indebite è stata inserita nel corpo dell'articolo mediante un accostamento indubbiamente insinuante con l'effetto di gettare una pesante ombra sul ruolo avuto da Previti in quella specifica situazione e con chiara allusione ad un suo coinvolgimento nlla vicenda, acquisendo perciò una evidente connotazione diffamatoria".

Scrive ancora il giudice: "Dai verbali delle dichiarazioni rese dal colonnello Riccio risulta che questi richiesto più volte di precisare se in quella occasione in cui si discuteva della posizione di Marcello Dell'Utri in relazione a quanto appreso da Ilardo circa i rapporti tra lo stesso Dell'Utri e Cosa Nostra, fosse presente presso lo studio dell'avvocato Carlo Taormina anche l'onorevole Previti, ha dapprima escluso che Previti fosse presente. Poi chiariva di non essere in grado di ricordare se lo avesse visto in quella o in altra occasione ma solo per un attimo, precisando che Previti comunque non aveva partecipato in alcun modo all'incontro o ascoltato la conversazione".

"E' evidente - conclude il giudice - che l'omissione del contenuto integrale della frase di Riccio, riportata solo parzialmente nell'articolo redatto da Travaglio ne ha stravolto il significato. Travaglio ha fornito una distorta rappresentazione del fatto riferito dalla fonte le cui dichiarazioni lette integralmente modificano in maniera radicale il tenore della frase che nell'articolo è stata agganciata ad arte in maniera parziale subito dopo la descrizione del nebuloso contesto di intrecci relativi ad affari illegali, al precipuo scopo di insinuare sospetti sull'effettivo ruolo svolto da Previti".

"Le modalità di confezionamento dell'articolo risultano peraltro singolarmente sintomatiche - secondo il Tribunale - della sussistenza in capo all'autore di una precisa consapevolezza dell'attitudine offensiva della condotta e della sua concreta idoneità lesiva della reputazione di Previti". Anche il direttore de 'L'espresso', Daniela Hamaui, è stata condannata per l'articolo in questione a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, oltre a 75 euro di multa. Travaglio e la Hamaui ricorreranno in Appello.