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Thyssen,parenti vittime: assassini

"Tanta rabbia e una sola parola: assassini, assassini, assassini".

Questo il grido di Antonino Santino, papà di Bruno, uno dei sette operai uccisi lo scorso anno dal rogo della ThyssenKrupp di Torino. Un grido di dolore, immutato, ad un anno di distanza dalla tragedia. "Non è cambiato nulla, c'é sempre stata rabbia", ha detto Santino che, proprio come un anno fa, apre il corteo organizzato per ricordare le vittime delle ThyssenKrupp.

Santino intende porre ancora una volta l'accento sul problema della sicurezza sul lavoro. Oggi come il 10 dicembre dello scorso anno è il simbolo della rabbia dei familiari. ''Sulla sicurezza sento tante chiacchiere - ha aggiunto - ma vedo pochi fatti. Speriamo almeno di avere giustizia nel processo che iniziera'a gennaio. Noi familiari vogliamo una condanna esemplare per quegli assassini''.

''Mio fratello è morto per salvare quattro muri e quei macchinari che non funzionavano piu'' ha urlato al megafono Laura Rodino, sorella di Rosario, un'altra delle vittime. ''Non
riesco a dimenticare quello che e' accaduto - ha aggiunto - mio fratello è morto per spegnere quel rogo e salvare gli altri operai della fabbrica. Chi è sopravvissuto deve ringraziarlo''.