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Meredith,in aula anche un manichino

Lo hanno portato i legali di Sollecito

Un manichino e un video sono spuntati nell'aula del gup di Perugia per l'arringa dei difensori di Raffaele Sollecito, durante il processo per l'omicidio di Meredith Kercher.

I legali intendono, tra l'altro, dimostrare come sia possibile che il reggiseno indossato da Meredith al momento dell'omicidio sia stato contaminato "per caso" dal Dna di Raffaele. Su un frammento la polizia scientifica ha infatti trovato tracce di saliva del giovane.

I legali del giovane studente indagato hanno portato in aula un manichino, con indosso un reggiseno, per provare la possibile contaminazione. L'avvocato di Sollecito, Giulia Bongiorno, era stata chiara fin dal suo ingresso nel tribunale: "Non ci saranno parole ma fatti". Gli avvocati sono convinti che a carico del ragazzo non ci siano indizi e gli elementi raccolti siano inutilizzabili.

"Non baseremo la nostra arringa su parole e presunzioni ma in base a documenti, orari e dati scientifici. Insomma, elementi concreti", ha poi concluso la Bongiorno sicra che le tracce organiche del suo assistito siano finite per puro caso sull'intimo della studentessa uccisa. L'avvocato Luca Maori, anche lui nel pool difensivo di Sollecito, ha spiegato che "non ci sono elementi per rinviarlo a giudizio e lo dimostreremo nella nostra arringa dove  tutto ciò che è nel fascicolo dell'accusa sarà rivisto e revisionato per dimostrare l'innocenza di Raffaele".

"Il nostro lavoro di rilettura di elementi presenti nel fascicolo dell'accusa - conclude Maori - sarà incentrato anche su una critica che riguarda anche il lavoro svolto dalla polizia
scientifica".

La difesa: "Un furto finito male"
Meredith Kercher venne uccisa nel corso di un "furto finito male" nella sua abitazione di Perugia. E' questa la ricostruzione che i difensori di Raffaele Sollecito, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Mauri, hanno proposto nella loro arringa davanti al gup di Perugia, chiedendo il proscioglimento del giovane. Secondo i legali, la notte tra il primo e il due novembre scorso, Mez venne uccisa da un ladro che si era introdotto nell'abitazione dopo aver rotto un vetro con una pietra. Sorpreso mentre rovistava nell'appartamento, l'uomo l'avrebbe aggredita con una coltellata alla gola, poi sarebbe fuggito ancora dalla finestra, lasciando un'impronta di una scarpa con un frammento di vetro sulla suola. Nel corso delle indagini, questa traccia è stata attribuita a Rudy Guede.