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Rom Verona,gip: "Fermi strumentali"

Scarcerati nomadi fermati lunedì

Il gip di Verona, Giorgio Piziali, interviene nella vicenda degli otto nomadi fermati dalla polizia con l'accusa di aver costretto i figli a compiere furti in abitazioni: "Il delicato istituto" del fermo è stato "piegato ad altri fini, tutti gravemente lesivi delle regole, anche costituzionali, che presiedono la libertà personale".

Il giudice lo ha scritto nell'ordinanza con la quale ha rigettato la richiesta di convalida dello stesso fermo.

Per il Gip, il fermo "non può essere utilizzato né dagli organi di Pg, né dal pubblico ministero per finalità diverse da quelle sue proprie, che consistono esclusivamente nell'intervento di urgenza motivato da un concreto e comprovato pericolo di fuga".

"L'assoluta assenza di un reale e concreto pericolo di fuga - scrive Piziali - fa emergere come il delicato istituto sia stato piegato ad altri fini, che - precisa - non sono di interesse di questo giudice, ma che si individuano sullo sfondo di questa scelta e che sono tutti gravemente lesivi delle regole, anche costituzionali che presiedono la libertà personale".

Quelle fatte sui bambini coinvolte nell'inchiesta - sostiene il Gip di Verona - erano ''mere espressioni linguistiche rudi e volgari'' alle quali non si può dire seguissero ''condotte corrispondenti''. Nelle telefonate, intercettate dalla Polizia, alcuni adulti dicono ai bambini che li avrebbero picchiati se non fossero tornati con la refurtiva e che avrebbero fatto violentare le bambine. Secondo il Gip, si tratta di ''mere espressioni linguistiche rudi e volgari (delle imprecazioni per intenderci - scrive -) utilizzate con funzione aggressiva e intimidatoria, ma senza che si possa dire, in questa fase e con i dati fin qui acquisiti - a parere del Gip - che siano frasi cui si potevano ritenere seguissero condotte corrispondenti''.

Sempre secondo il Gip, infine, dalle conversazioni è ''ravvisabile un sodalizio criminale organizzato e stabile, che si muove utilizzando vari minori'' per commettere reati contro
il patrimonio, ''radicato su base familiare'' ma ''diverso dalle semplici aggregazioni familiari'' degli indagati, con ''una struttura più organizzata in cui tutti i minori facenti capo alla famiglia allargata sono utilizzati congiuntamente''.