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Bestie di Satana, "I morti sono 18"

Mario Maccione: "Fu un massacro"

"Altro che quattro, i morti delle bestie di Satana sono almeno 18".

Lo dice, in un'intervista al "Giornale", Mario Maccione, il 28enne in carcere per gli omicidi di Fabio Tollis e Chiara Marino. "Non ricordo quasi nulla. Eravamo sempre fatti di droghe. Ma i morti sono molti di più, lo so perché me lo hanno detto Andrea Volpe e Nicola Sapone", dice Maccione che chiede agli inquirenti di vedere le foto dei giovani scomparsi e cercare i corpi.

Maccione si appella alla procura per approfondire le ricerche dei resti di Cristian Frigerio, scomparso nel 1996 e che dovrebbe essere sepolto in una discarica di Brugherio, già ampliamente ispezionata dagli inquirenti. Maccione però insiste: "Se cercano bene lo trovano".

Il suo è il racconto di un periodo folle e assurdo. Gli anni dal '95 al '98 in cui il gruppo, guidato da Andrea Volpe e Nicola Sapone, seminò morte e terrore tra gli adepti. "Prendevamo droghe di ogni tipo. E poi partiva una nebbia fitta", racconta Maccione. E proprio quella nebbia fitta lo avrebbe portato a partecipare agli omicidi di Fabio Tollis e Chiara Marino. "Io non so cosa ho fatto in quell'occasione a Somma Lombardo. Ma ricordo di essermi preso una coltellata al polso da parte di Andrea Volpe o di Nicola Sapone che erano con me e con le due vittime quella maledetta sera".

Una lunga scia di sangue
Tra gli altri delitti imputabili alle bestie di Satana anche il suicidio imposto ad Andrea Bontade. "Lo costrinsero a morire - spiega - gli diedero l'ultimatum: 'O lo fai tu o lo facciamo noi'". Dopo Bontade, secondo il racconto di Maccione, toccò ad Andrea Ballarin: "Lo stordirono con l'etere, poi lo impiccarono, per gli inquirenti fu solo un suicidio". E poi, prosegue, "sono morti Angelo Lombardo e Luca Colombo. Erano il custode e il fioraio del cimitero di Legnano. Colombo fu impiccato, l'altro fu bruciato in casa con la benzina. In seguito, aggiunge, "fu ammazzato un altro giovane: Doriano Molla. Lo impiccarono nel Parco del Ticino e pure quello risultò un suicidio, come gli altri".

Poi "nel 2004 ci fu la morte di Mariangela, l'ex fidanzata di Volpe - prosegue Maccione - . Per fortuna a quel punto ci hanno arrestati tutti. Perché ci saremmo ammazzati l'un l'altro, fino all'ultimo. La prima a morire sarebbe stata Elisabetta Ballarin, la nuova fidanzata di Volpe. Poi, forse, sarebbe toccato a me, anche se stavo in guardia".

"Erano una cooperativa di serial killer"
Maccione definisce le bestie di Satana "una cooperativa di serial killer". "A furia di evocare il demonio ci eravamo convinti che lui ci aiutasse - prosegue -. Uccidevamo e nessuno veniva scoperto, seppellivamo i corpi e non li trovavano. Attraversavamo per sfida la ferrovia e il treno ci sfiorava senza investirci". In merito agli altri morti, oltre a quelli ufficiali, Maccione aggiunge: "Ci sono altri corpi. da qualche parte nei boschi e nella brughiera. Per questo lancio un appello alle forze dell'ordine: mi facciano vedere le foto degli scomparsi di quegli anni, dei desaparecidos. Mi aiuteranno a trovare il bandolo della memoria".

Cerca di allontanare le responsabilità per quelle due morti Maccione, anche se dovrà comunque scontare una pena a 19 anni. In ogni caso spiega di essere caduto nella trappola dei due leader del gruppo, abilissimi nel manipolare le volontà dei loro giovani amici e di far fare loro cose assurde, come atti di coraggio oppure omicidi. "Sono sicuro, anche grazie ai racconti che ho sentito, che il gruppo ha seminato morti e pian piano che recupero la memoria da quella nebbia che mi avvolge la mente, riesco a contare almeno 18 morti in tutto", dice Maccione che aggiunge: "Chiedo di vedere le foto di giovani scomparsi a quell'epoca, potrebbero essere vittime della setta".

Prove di coraggio
"Quando facevamo le sedute spiritiche - racconta - fra di noi girava un calice di bronzo. Lo riempivamo di alcol puro e dentro ci mettevamo mescalina e Lsd. Poi bevevamo d'un fiato, tanto che l'alcol bruciava tutto. Ho vissuto in quella nebbia per anni, non capivo quel che facevo, ricordo di aver affrontato senza paura prove di coraggio spaventose: un giorno mi sono buttato tutto vestito da un ponte sull'Adda. Saranno stati 20-30 metri d'altezza, tutti mi incitavano, io mi sono lanciato come se niente fosse, ho toccato il fondo con i piedi, ricordo la fanghiglia che quasi mi imprigionava, io che scalciavo, poi finalmente la sensazione di essermi liberato e il ritorno alla riva, fra gli applausi".

Procuratore Monza: "Indagini ancora in corso"
Per il procuratore della Repubblica di Monza, Antonio Pizzi, quella lasciata dalle "Bestie di Satana" è "una lunga scia di sangue". "Le indagini, che procedono con molta difficoltà perché i fatti risalgono a una decina di anni fa, sono ancora in corso", ha ricordato Pizzi che coordina l'inchiesta sulla scomparsa di Cristian Frigerio e su una serie di sospetti omicidi satanici avvenuti tutti in Brianza.