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Morì in auto, causa fu dieta

La Spezia, ebbe infarto e si schiantò

L'infarto che due anni fa uccise un imprenditore cinquantenne di Sarzana fu provocato da una dieta anti-obesità.

E' la conclusione del medico legale incaricato dal pm di Massa Carrara, secondo il quale l'attacco di cuore fu dovuto all'assunzione di anfetamine somministrate nel corso della dieta. L'imprenditore morì in un incidente stradale nel 2006 sulla A12. Perse il controllo e si schiantò contro un guard rail.

L'esperto patologo ha scritto nella sua relazione, consegnata alla Procura di Chiavari, che esiste "una correlazione concausale tra l'assunzione di medicinali e la morte per infarto". Giampiero Malabaila morì in un incidente il 17 novembre 2006. La famiglia si rivolse alla magistratura chiedendo di approfondire le indagini perché l'uomo era in cura per perdere peso e prendeva molti farmaci.

Ora il sostituto procuratore della Repubblica di Chiavari, Francesco Brancaccio, deve decidere su una eventuale incriminazione del dietologo. "Mio figlio, da quando aveva iniziato a seguire quella cura dimagrante a base di anfetamine, accusava malori, dolori e repentini cambi di umore. Aveva perso peso, quindici chili in tre mesi, ma il suo fisico era debilitato". Lo denuncia Ernesto Malabaila, 76 anni, padre di Giampiero.

"Eravamo molto preoccupati - ha detto il padre -. Poi, venerdì 17 novembre 2006 fu colpito da infarto. La mia famiglia si rivolse subito alla Procura chiedendo di indagare a fondo, portando al pm tutti i medicinali che lui prendeva. Ora a distanza di due anni ho avuto la conferma ai miei sospetti: il mio ragazzo è stato ucciso da quella dieta".

"Volevo dimenticare, seppellire anche il dolore - ha detto ancora Ernesto Malabaila, titolare di una ditta di macchinari da lavoro agricolo e industriale nello spezzino ed ex esponente nazionale di Confesercenti -. Ma per fortuna i magistrati hanno continuato a indagare. Certo è uno strazio ripensare a quei giorni, alla morte di un figlio. Ma Chicco (come era soprannominato) è morto perché gli sono stati prescritti farmaci letali. Ne ero convinto allora, ne ho la controprova oggi, grazie ai magistrati e a un medico legale".