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Coltivare cannabis sempre illegale

Cassazione boccia il parere del pg

Coltivare la cannabis in casa è sempre un reato: lo ha sentenziato la Cassazione.

I supremi giudici hanno quindi risolto il delicato contrasto di giurisprudenza sostenendo che qualunque coltivazione di cannabis anche quella che non è imprenditoriale, è reato. Bocciato il procuratore generale che aveva portato avanti la tesi che le piantine coltivate sul balcone di casa potessero essere considerate ad "uso personale".

Con questa decisione, presa dalle sezioni unite della Suprema Corte presieduta dal Primo presidente Vincenzo Carbone, i giudice del 'Palazzaccio' sposano la linea proibizionista e più intransigente nella repressione della coltivazione di piccoli quantitativi di marijuana, in contrasto con decisioni precedenti - prese dalle sezioni semplici della stessa Cassazione - che avevano depenalizzato il comportamento di chi coltiva qualche piantina. Poco prima, nella sua requisitoria, il rappresentante della Procura della suprema corte, Vitaliano Esposito, aveva invece chiesto di non considerare penalmente perseguibile la coltivazione domestica. Ma il suo parere non è stato ascoltato.

La Cassazione va dunque contro a diverse sentenze già emesse che avevano invece escluso la rilevanza penale delle coltivazioni domestiche di cannabis. Con la sentenza 40362 dello scorso anno per esempio era stato assolto un uomo che aveva coltivato qualche piantina a scopo puramente ornamentale. Il brusco dietro front della Suprema corte è arrivato a gennaio di quest'anno: con la sentenza n. 871 la IV sezione penale aveva infatti stabilito che per essere punito bastava coltivare una sola piantina di cannabis. Oggi la conferma da parte del Collegio esteso.