FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Nuvoli, "Si è lasciato morire"

La moglie: "Ha finito di soffrire"

La morte di Giovanni Nuvoli è stata una sorta di liberazione anche per la moglie, Maddalena Soro.

"Giovanni ha finito di soffrire, si è lasciato morire", ha detto. L'espressione "si è lasciato morire" non farebbe riferimento a "aiuti" esterni, ma alle condizioni fisiche sempre più compromesse. I primi accertamenti confermerebbero che al momento del decesso il respiratore artificiale era regolarmente in funzione.

E' stata una morte ''tranquilla'' (con l'aiuto solo di alcuni sedativi) e improvvisa quella che ha posto la parola fine alle sofferenze di Nuvoli, che negli ultimi mesi aveva raccolto il ''testimone civile'' lasciato da Piergiorgio Welby. Entrambi erano malati di sclereosi laterale amiotrofica, gravissima patologia degenerativa che colpisce un gruppo specifico di cellule del midollo spinale (i motoneuroni) causando una progressiva atrofia muscolare che porta a una paralisi progressiva dei quattro arti e dei muscoli deputati alla deglutizione e alla parola.

Come Welby, anche Giovanni Nuvoli da tempo si batteva per ottenere il rispetto di una sua volontà precisa: ''voglio morire senza soffrire, addormentato''. Sono le parole che il 24 aprile sono risuonate dal sintetizzatore vocale, l'apparecchio di cui è stata dotato dopo che per lunghi mesi l'unico modo di comunicare con la moglie Maddalena Soro era un battito di ciglia per indicare le lettere dell'alfabeto su una lavagna di plexiglas.

Ma questo suo desiderio, al contrario di quanto successo con Welby, non aveva finora trovato qualcuno che lo esaudisse, anche perché i riflettori che da tempo si erano accesi sul suo caso avevano fatto sì che le autorita' prestassero una ''discreta'' ma costante vigilanza per evitare un ''bis''.

Come aveva rivelato nei giorni scorsi Marco Pannella, un tentativo per raccogliere l'appello di Giovanni Nuvoli era stato fatto l'11 luglio, quando un anestesista era pronto a staccare il respiratore, ma era stato bloccato dall'intervento dei carabinieri.

Così una vicenda che si trascinava da mesi (14 di ricovero a Sassari e poi dal 6 aprile ritorno e assistenza nella sua casa di Alghero) si è risolta per un fatto ''naturale'', conseguenza del progressivo peggioramento delle condizioni dell'ex arbitro di calcio di 53 anni che da alcuni giorni aveva ripreso a rifiutare cibo e acqua.