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Vanessa,"ombrello usato come arma"

Riesame pubblica motivazioni su Doina

Gravissime le motivazioni che hanno spinto il tribunale del Riesame a confermare la custodia cautelare nei confronti di Doina Matei, la romena di 21 anni che aggredì mortalmente il 26 aprile scorso, in una stazione della metropolitana di Roma, Vanessa Russo.

"Avendo usato un ombrello, l'imputata non poteva non accettare il rischio dell'evento letale", hanno scritto i giudici.

Questo il passaggio principale delle motivazioni del Tribunale del Riesame, presieduto da Francesco Taurisano, che il 21 maggio scorso ha confermato il carcere per la ragazza. Il Riesame spiega nelle motivazioni che l'ombrello è stato maneggiato da Doina "come un'arma impropria da punta". "E' pacifico che la morte sia stata provocata dall'ombrello impugnato in quel modo - spiega il Riesame -. Per quanto riguarda l'elemento psicologico si ricordano le testimonianze e rispetto al quadro attuale si determina l'esistenza del  dolo omicidiario, ossia dell'omicidio volontario".

Il Riesame si sofferma anche sulla presunta reazione di Doina ad un 'offesa' di Vanessa Russo che avrebbe vibrato uno schiaffo alla ragazza romena dopo una lite. E per quanto riguarda questo elemento psicologico giudica che "la condotta assunta dalla vittima non interagisce con l'azione omicidiaria". Sul pericolo di fuga, ancora esistente, i giudici hanno ricordato che Doina scappò da Roma dopo l'aggressione a Vanessa Russo e fu catturata a Tolentino in provincia di Macerata.

"Non comprendiamo e condividiamo quanto asserito dal Riesame - ha detto l'avvocato Giuseppe De Napoli, legale di Doina Matei - in sostanza conferisce una micidialità oggettiva all'ombrello che invece non è letale e che viene considerato come una vera e e propria arma. Il fatto che i giudici dicano che il quadro indiziario, sia allo stato, questo, è importante perché significa che non viene preclusa la possibilità di giungere ad una diversa interpretazione dei fatti".