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"Raciti era fedele servitore Stato"

Omelia del vescovo, Catania si ferma

"Filippo Raciti era un servitore fedele e orgoglioso dello Stato".

Lo ha detto monsignor Paolo Romeo, nunzio apostolico in Italia e arcivescovo di Palermo nel corso dell'omelia per la morte dell'agente, portando inoltre alla famiglia "l'affettuosa solidarietà del Santo Padre". Monsignor Romeo parlando delle celebrazioni per la festa di Sant'Agata, ha sottolineato che la "gioia della festa ha i doni della mestizia".

Catania si è fermata
Un abbraccio simbolico di Catania ha avvolto il feretro lungo tutto il tragitto dalla camera ardente al duomo della città, dove si sono svolti i funerali dell'ispettore Raciti Un ''servitore fedele e orgoglioso dello Stato'' lo ha definito nell'omelia il nunzio apostolico d'Italia e arcivescovo di Palermo, monsignor Paolo Romeo. Migliaia di cittadini hanno voluto far sentire con la loro presenza la vicinanza alla famiglia del poliziotto ucciso e, allo stesso tempo, prendere le distanze da quel manipolo di delinquenti e assassini che ha trasformato una partita di calcio in una guerriglia urbana. Lunghi applausi hanno accompagnato il feretro fino all'ingresso della chiesa.

L'ultimo saluto dei colleghi
La bara avvolta nel tricolore e con un unica rosa rossa sopra. Ad accoglierla in chiesa moltissimo colleghi. Decine di loro erano in divisa e in tenuta anti-sommossa. Molte le lacrime degli uomini della questura di Catania e del reparto mobile della città. Un momento di dolore e riflessione per la polizia che forse non ha avuto da tutta la città il sostegno che ci si attendeva. A Piacenza, Roma e Livorno sono apparse scritte sui muri contro il poliziotto ucciso.

Il figlioletto in divisa
In prima fila, a destra dell'altare, la moglie Marisa, la figlia Fabiana e il piu' piccolo della famiglia, Alessio di otto anni, vestito da poliziotto. Il bimbo ha accompagnato la bara del padre anche in strada, portando su un cuscino rosso il suo cappello e i suoi guanti. E quando il feretro, portato a spalla da otto colleghi, è stato posato ai piedi dell'altare, ha salutato il papà sull'attenti portando la mano alla visiera del cappello.

Le autorità
Erano presenti anche il ministro dell'Interno Giuliano Amato e quello dello sport Giovanna Melandri, il vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti, il viceministro all'Interno Marco Minniti e il presidente dell'Antimafia Francesco Forgione, i leader di An Gianfranco Fini e dell'Udc Pierferdinando Casini, il sottosegretario all'interno Marcella Lucidi, il presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro. Al completo i vertici della polizia con il capo Gianni De Gennaro che non e' riuscito a trattenere le lacrime, e i vice Antonio Manganelli e Nicola Cavaliere. In chiesa anche i vertici sportivi di Palermo, Catania e Messina e tutta la squadra etnea. I dirigenti delle squadre siciliane di serie A sono arrivati insieme nel Duomo: un ulteriore segnale, dopo quello dei cittadini che con la loro presenza, per ribadire la follia di una morte per una partita di calcio.

Arrestato il custode dello stadio

Il custode dello stadio Massimino è stato arrestato dalla polizia per resistenza a pubblico ufficiale. L'uomo durante un'operazione di controllo nella struttura avrebbe aizzato contro gli investigatori i suoi cani, che sono stati neutralizzati. Il custode, che in passato è stato già denunciato per reati contro il patrimonio, è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. La perquisizione era in corso nell'ambito delle indagini sulla morte dell'ispettore Raciti.

La moglie: "Era un grandissimo uomo"
"Vorrei solo dire due parole per mio marito. Sono sicura che tutti consocevate i suoi pregi. Venerdì nell'apprendere della sua morte ho avuto un blocco al cuore. Immaginavo che sarebbe tornato con qualche ferita. Ma non mi sarei immaginato che sarebbe tornato così - ha esordito la moglie Marisa Grasso, che si è rivolta ai giovani - che immaturamente, stupidamente e scioccamente, guardando un poliziotto e quanti portano la divisa lo guardano con disprezzo e odio. Mio marito oltre a essere un bravissimo poliziotto era un gradissimo uomo, aveva qualità vere, era sincero, leale, affidabile, disponibile. Non lo vedo morto, perché è sempre presente. Era un educatore alla vita, così lo stimano i suoi colleghi. Vorrei che sia un educatore anche nella morte e che questa morte possa portare veramente cambiamenti e che non ci sia un'altra famiglia a provare questo enorme dolore. I ragazzi riflettano, la sportività è una cosa bella, la violenza fa male. Essere grandi si dimostra col rispetto".

La figlia: "Eri un bravo papà"
 ''La vita non sarà facile senza di te perché eri bravo a fare tutto, ma sopratutto a fare il papà. Ti giuro che sarà fatta giustizia", ha detto durante i funerali di Filippo Raciti la figlia dell'ispettore capo, Fabiana.

Napolitano: "Prendere decisioni severe"
 ''Affinche' ritorni la serenita' e normalita' sui campi di calcio c'e' da attendersi che decisioni severe e comportamenti conseguenti vengano assunte dalle autorita' di governo e da tutti i soggetti del mondo sportivo''. Lo ha ribadito il capo dello Stato Giorgio Napolitano in un messaggio inviato al capo della polizia Gianni De Gennaro, che quest'ultimo ha letto nel corso dei funerali di Filippo Raciti nel duomo di Catania.