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"Padre Fedele può stuprare ancora"

Cassazione revoca lʼordine di libertà

La Cassazione ha revocato l'ordine di tenere in libertà Padre Fedele.

La Suprema Corte ha ravvisato, dalla testimonianza di suor Tania che lo ha accusato di violenza sessuale, indizi che segnalano da parte del religioso "condotte di pregiudicata aggressività" e "denotano proclività a commettere fatti della stessa specie". Messo agli arresti domiciliari, Padre Fedele era stato liberato su ordine del tribunale di Catanzaro.

Francesco Bisceglia, il vero nome di Padre Fedele, era stato messo in libertà per alcune incongruenze nella testimonianza della religisosa. Non c'era chiarezza, infatti, sul giorno in cui le violenze sarebbero avvenute. Erano necessari, a parere dei giudici di merito, "ulteriori, opportuni approfondimenti".

Contro questa decisione ha fatto ricorso in Cassazione il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza. I giudici del Palazzaccio lo hanno accolto e con la sentenza 39366, depositata oggi, hanno spiegato le ragioni per le quali - durante l'udienza svoltasi lo scorso 26 ottobre - hanno deciso di accogliere il ricorso con le quali era stata revocata la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Padre Fedele e del suo segretario Antonio Gaudio.

In particolare, ad avviso della Suprema Corte, i magistrati di merito hanno sbagliato a non riconoscere la "rilevanza ai fini indiziari" delle minacce con le quali Padre Fedele avrebbe "costretto la suora alla ritrattazione delle accuse, attuate anche tramite telefono e con sms". Inoltre sarebbe stato sottovalutato il "contenuto (compiacentemente morboso e sboccato su concrete esperienze sessuali) delle intercettazioni telefoniche che il frate effettuava con donne".

Per la Cassazione, inoltre, bisogna anche tenere conto delle "plurime dichiarazioni di ragazze, accolte nella struttura (l'Oasi francescana diretta da Padre Fedele) e molestate sessualmente tramite condotte ingannevoli, violente e ricattatorie, descrittive di medesime tecniche di adescamento attuate dagli indagati". Per i giudici della terza sezione penale, poi, bisogna considerare anche le "dichiarazioni delle suore che avevano vissuto nell'Oasi, che delineano la fragile personalità e la dirittura morale di suor Tania e che mettono in luce la spregiudicata condotta sessuale degli indagati proclivi a rapportarsi con le numerose frequentatrici della struttura in termini di sessualità". "Perché proprio la ricostruzione della loro personalità - prosegue la Cassazione - può spiegare come in una struttura religiosa, luogo di raccoglimento e di preghiera destinato all'accoglienza di sofferenti e bisognosi, possano essere accaduti episodi di estremo degrado".

La Suprema Corte sottolinea anche che suor Tania non può essere giudicata poco credibile solo perché, per una volta, durante la sua deposizione, ha sbagliato ad indicare la data del giorno in cui avrebbe subito violenza. Adesso il Tribunale di Catanzaro dovrà osservare le indicazioni provenienti da Piazza Cavour e riscrivere un'altra ordinanza in relazione alla necessità, o meno, di sottoporre Padre Fedele a misura cautelare.

"Intervento singolare"
''Ho avuto modo di leggere solo alcuni stralci delle motivazioni della Cassazione e devo dire che trovo singolare l'intervento della Suprema Corte''. E' quanto ha detto uno dei difensori di Padre Fedele Bisceglia, l' avvocato Eugenio Bisceglia, circa le motivazioni della Cassazione che ha annullato l'ordinanza con la quale il Tribunale della Libertà di Catanzaro aveva rimesso in libertà il frate francescano ed il suo segretario Antonio Gaudio. ''Per quanto ho letto - ha aggiunto l'avvocato Bisceglia - direi che la Cassazione ha sconfinato sul tema 'decidendum' relativo al fatto reato. Si è tenuto conto di aspetti a passaggi procedurali che sono nettamente distinti e lontani dal fatto reato per cui si procede. Ovviamente prendere in esame attentamente le motivazioni della Cassazione e decidere in breve tempo la strategia difensiva''.