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Bimba in vitro,Dna non è del padre

Medico indagato.Difesa:"Lei adultera"

Avevano desiderato a lungo un figlio e al quinto tentativo di fecondazione artificiale è nata la loro bimba.

Ma poco dopo mamma e papà hanno scoperto che il gruppo sanguigno della piccola era incompatibile con il loro e il test del Dna ha rivelato che il padre era un altro. La coppia ha denunciato l'autore dell'intervento per truffa. La difesa invece sostiene che ci sia stato un rapporto extraconiugale.

Ma andiamo con ordine: tutto è iniziato nel 2004 quando i due C.M. e P.M: decidono di rivolgersi ai medici per avere un figlio. La gravidanza arriva dopo ben cinque tentativi, al costo di 5mila euro l'uno, nella clinica romana Pio XI. Ma l'esito degli esami sulla piccola neonata, bella e sana, per i neo genitori è traumatico: il gruppo sanguigno della bimba è incompatibile con quello dei genitori e il test del Dna rivela che il padre è un altro, uno sconosciuto. Per questo nel maggio del 2005 i due, assistiti dagli avvocato Alessandro e Fabrizio Gallo presentano una denuncia alla procura contro Riccardo Agostini, primario al Policlinico Umberto I e docente all'università La Sapienza. Ora il pm Alberto Caperna, dopo aver studiato a lungo il caso, ha inviato l'avviso di chiusura delle indagini preliminari ad Agostini, noto nel mondo della sanità. Salvo novità, fra qualche settimana la procura chiederà il rinvio a giudizio.

La perizia
Nel corso dell'inchiesta il magistrato ha affidato una consulenza a tre esperti che hanno stilato una relazione che si conclude così:  "Si evidenzia che il materiale biologico presente sul dispositivo non appartiene al signor C.M". Il dispositivo è un tubicino colegato alla siringa usata per l'inseminazione. oggetti che la coppia aveva conservato e che la procura ha acquisito.

La difesa
L'avvocato Merla, legale di Agostini ha spiegato che alla fecondazione del 2 febbraio 2004, quella riuscita erano presenti le assistenti del ginecologo e inoltre la coppia  ha "constatato de visu che lo sperma inoculato alla signora era quello del marito".  Inoltre il legale ha constatato che "la bimba è nata 15 giorni dopo la fine del tempo regolamentare e tale circostanza è di estrema rilevanza dal momento che in caso di inseminazione artificiale le nascite sono sempre premature trattandosi di gravidanze ad alto rischio". Per questo un altro avvocato del professor Agostini ha affermato:"L'accusa è assurda. Agostini non si presterebbe mai a fare una sostituzione di liquidi per 500 euro in più. Non possiamo non sospettare che la signora avesse una relazione extraconiugale oppure che, all'insaputa del marito, si sia sottoposta anche a una inseminazione eterologa, che allora non era vietata".

La coppia ha chiesto un risarcimento danni, mentre il medico respinge ogni responsabilità.