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Savoia:giudici stravolto mie parole

V.Emanuele anche contro Amedeo dʼAosta

Vittorio Emanuele di Savoia si scaglia contro i giudici di Potenza che, in giugno lo arrestarono con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione: "Hanno stravolto il senso del mio pensiero e delle mie parole".

Poi polemizza con il cugino: "Mai mio padre re Umberto II ha citato in alcun modo, né verbale né per iscritto, Amedeo d'Aosta quale suo erede".

Vittorio Emanuele ha parlato durante un incontro che lui stesso ha organizzato con i giornalisti per fare alcune dichiarazioni sulle questioni di cui è protagonista da qualche mese: la vicenda giudiziaria con le intercettazioni telefoniche, l'episodio dell'Isola di Cavallo e la questione dinastica.

"Risolviamo la questione dinastica"
 "Siamo stati attaccati da ogni fronte, giudiziario e personale da alcuni giornali - ha detto - e addirittura il mio lontano parente, il duca d'Aosta, torna con le sue vecchie pretese sulla guida della mia Casa". "Io credo che Amedeo D'Aosta sia uno strumento inconsapevole di questo attacco - ha aggiunto - Difficile colpire Casa Savoia compatta e unita". "Risolviamo una volta per tutte la questione dinastica, ristabiliamo la verità - ha detto Vittorio Emanuele - Mai mio padre ha citato Amedeo quale suo erede, anzi lo sollevò all'incarico di esecutore testamentario. Non lo citò nel testamento proprio per evitare qualsiasi interpretazione strumentale alle sue mire, già conosciute dal re". "La consulta dei senatori del regno - ha aggiunto - non ha mai messo in discussione la linea dinastica di Casa Savoia" "I d'Aosta sono stati diffidati - ha concluso - dovranno rispondere davanti alla giustizia di come hanno usato abusivamente gli stemmi e il nome della Casa Reale d'Italia".

"Un sistematico attacco a Casa Savoia"
"Un sistematico attacco a Casa Savoia con messaggi indegni, con intercettazioni i cui testi estrapolati e resi pubblici fuori da ogni contesto danno un senso diverso a quello che viene detto, un attacco con l'obiettivo - spiega Vittorio Emanuele - di colpire la mia, la nostra immagine e non per scoprire ciò che può essere rilevante per la giustizia". Un interesse nei confronti di casa Savoia che, secondo Vittorio Emanuele, inizia lo scorso inverno a seguito di alcuni sondaggi che rivelano una popolarità  inaspettata per casa Savoia, in particolare per Emanuele Filiberto.

"Notizie manipolate"
"Sono stato in silenzio per molte settimane, su suggerimento dei miei avvocati. Ora è  il momento di parlare, di far emergere la verità", ha detto Vittorio Emanuele proseguendo: "Stiamo vedendo ogni giorno che cosa accade in questo Paese, il mio Paese, con le intercettazioni telefoniche, le fughe di notizie, la voglia di protagonismo di alcuni personaggi. Solo che queste notizie, lo stiamo vedendo in modo sempre più chiaro, sono talvolta manipolate o non sono vere".  

Caso Hamer:"Non sono responsabile"
Quanto alle intercettazioni ambientali nella cella di Potenza in cui il principe di Savoia avrebbe detto di averla fatta franca sulla morte di Dirk Hamer, Vittorio Emanuele replica: "Due tribunali francesi si sono pronunciati prosciogliendomi da ogni responsabilità. La pallottola che ha colpito il ragazzo non poteva essre del mio fucile. Lo hanno dimostrato i periti davanti alla corte d'Assise e al giudice istruttore. Non ci sono dubbi. Non ci sono incertezze. Questa -conclude- è la verita"'.

Le vicende giudiziarie di Vittorio Emanuele
Vittorio Emanuele è stato arrestato lo scorso 16 giugno in un clamoroso blit z insieme a 17 altri su ordine della procura di Potenza per i reati, a vario titolo, di associazione a delinquere fin alizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione. Al suo arresto è poi seguita la pubblicazione sui giornali di numerose conversazioni telefoniche e ambientali intercettate, non ultime quelle del principe in carcere in cui disse di aver "fregato i giudici" ricordando l'incidente di Cavallo di una trentina d'anni fa in cui morì un giovane.