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John Woodcock, il pm del "Vip-gate"

Inglese, con accento napoletano

Il nome del sostituto procuratore Henry John Woodcock si lega a numerose inchieste che hanno coinvolto colleghi magistrati, alti ufficiali delle forze dell'ordine, ministri e parlamentari.

E molti vip. Diversi fascicoli non sono più rimasti a Potenza e per "competenza territoriale" sono stati trasferiti presso altre procure e sono approdati a rinvii a giudizio e condanne per chi era stato iscritto sul registro degli indagati da questo pm di neanche 40anni, con una toga sulle spalle dal 1997.

Le 13 ordinanze di custodie cautelare eseguite dagli uomini della polizia giudiziaria di Potenza sono però, sicuramente, il punto più alto di riconoscibilità per il magistrato nato in Inghilterra, figlio di un docente dell' Accademia navale di Livorno. Anche se "purtroppo" come si ammette dagli uffici di via Nazario Sauro, più volte il lavoro di Woodcock ha portato sulle prime pagine dei giornali la città della Basilicata.

Il ricordo va al dicembre del 2003 quando vennero indagate, a vario titolo 76 persone, con ipotesi di reato che vanno dall'associazione a delinquere per la turbativa di appalti per servizi di pulizia in enti pubblici, alla turbativa semplice, alla corruzione, all'estorsione ed altri reati.

Ed è subito "Vip-Gate", con accuse per Sergio D'Antoni, Ernesto Marzano (fratello dell'ex ministro delle Attività Produttive), Umberto Vattani (già ambasciatore italiano presso la Ue), Anna La Rosa (conduttrice della trasmissione Telecamere). In un filone della stessa indagine il pm arriva a chiedere gli arresti, fra gli altri, di Elio Cesari (meglio conosciuto come Tony Renis, ndr) o di un collaboratore di Giulio Tremonti, come Renzo Mingolla, sino a Giulio Gargano e Vincenzo Baldassarre. Nell'inchiesta viene arrestato il direttore generale dell'Inail, Alberigo Ricciotti.

Nelle more erano stati chiamati in causa un generale dei carabinieri, il vice-presidente della Giunta regionale della Basilicata (poi rimessi in libertà dal Tribunale del riesame), un componente del consiglio di amministrazione del Banco di Sardegna, un alto ufficiale della Guardia di Finanza e vari imprenditori. Francesco Storace, allora presidente della regione Lazio, con una battuta liquidò: "Se non stai in un'inchiesta di Woodcock non conti niente".

Il riferimento era anche al numero sempre più alto di vip tirati dentro diverse storie di tangenti. Da Flavio Briatore a molte starlette della tv hanno dovuto nominare un legale, e spiegare il perché‚ di questa o quella intercettazione. Per le carte provenienti da Potenza, i pm di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio dell'ex sondaggista Gianni Pilo e ottenuto quello di Vattani. Gli atti inviati al tribunale dei ministri sono spesso arrivati ad archiviazione.

CHI E' JOHN WOODCOCK
Ha circa 40 anni ed è in magistratura dal 1997, Henry John Woodcock, il sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Potenza che ha coordinato l' inchiesta che ha portato all' esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare, una delle quali a carico del principe Vittorio Emanuele di Savoia. Nato in Inghilterra, Woodcock è figlio di un docente dell' Accademia navale di Livorno, mentre la madre è originaria di Napoli: nei primi tempi dopo il suo arrivo a Potenza, la presenza nel capoluogo lucano di un magistrato con un nome indubbiamente anglosassone ma con un accento indubbiamente napoletano era considerata una vera particolarità.

Dopo aver superato il concorso in magistratura, Woodcock è stato uditore a Napoli con due magistrati molto noti non soltanto nell' ambiente partenopeo: Arcibaldo Miller, che ha coordinato importanti inchieste sul filone napoletano di "Mani pulite", e Paola Mastroberardino, che ha guidato la prima grande inchiesta in Italia sulla pedofilia. Sposato con un magistrato in servizio a Lucera (Foggia), Woodcock ha la passione dei cani di razza pastore tedesco. Il suo si chiama "Sally".