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Polizia Gb, "Calvi fu strangolato"

Procura di Roma: "Ecco chi lʼha ucciso"

Il "banchiere di Dio", Roberto Calvi, è stato ucciso.

Lo ha stabilito la polizia di Londra, che ha notificato le conclusioni dell'inchiesta sulla morte dell'ex presidente del Banco Ambrosiano, trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra, alla procura di Roma. Intanto i magistrati romani hanno chiuso l'indagine sul coinvolgimento nel delitto dell'ex contrabbandiere triestino Silvano Vittor.

In particolare, la procura romana ritiene che Vittor sia uno dei responsabili dell'omicidio. L'accusa, di concorso in omicidio premeditato, è contenuta nel capo di imputazione emesso a conclusione dell'inchiesta stralcio sull'assassinio, avvenuto nel 1982 a Londra.

Il fascicolo nei confronti di Vittor è stato depositato, l'inchiesta è quindi formalmente chiusa. Vittor è accusato di essere l' uomo che avrebbe accompagnato Calvi a Londra nel giugno 1982 su indicazione dell'uomo d'affari Flavio Carboni. I suoi incontri con Sergio Vaccari, ucciso a coltellate tre mesi dopo l'assassinio di Calvi, considerato un altro responsabile del delitto, le dichiarazioni di alcuni testimoni, una serie di intercettazioni e le contraddizioni della sua versione sono gli elementi, per gli inquirenti, che configurano una sua responsabilità nella morte dell' ex presidente del Banco Ambrosiano. Accuse respinte dall' indagato il quale, negli interrogatori sostenuti davanti ai pm romani ed agli investigatori inglesi che si sono occupati della vicenda, ha rivendicato la propria estraneità ai fatti, ribadendo che il suo ruolo si limitò semplicemente ad accompagnare Calvi a Londra.

A ottobre comincerà il processo nei confronti del boss mafioso Pippo Calò, dell'uomo d'affari Flavio Carboni, dell'ex boss della Magliana Ernesto Diotallevi e di Manuela Kleinszig, accusati di aver, "avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso denominate Cosa nostra e camorra" provocato a Londra, il 18 giugno dell'82 la morte del presidente del vecchio Banco Ambrosiano. I magistrati capitolini stanno invece ancora indagando su Licio Gelli, ritenuto uno dei mandanti del delitto.

Secondo l'accusa, Calvi sarebbe stato ucciso per punizione: i suoi aguzzini lo accusavano di essersi impadronito di quantitativi di denaro appartenenti alle due organizzazioni. Altro movente del delitto: chi lo ha ucciso voleva probabilmente impedirgli di commettere ricatti nei confronti dei referenti politico istituzionali della Massoneria, della Loggia P2 e dello Ior, con i quali Calvi aveva gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro anche provenienti da Cosa Nostra e da enti pubblici nazionali.

A oltre vent'anni dalla morte, si inizia a far luce, dunque, su uno dei gialli più misteriosi della cronaca nera italiana. La stessa polizia londinese, che in un primo momento aveva archiviato il fatto come suicidio, dopo aver riaperto l'inchiesta è giunta alle medesime conclusioni dei magistrati romani: il banchiere fu strangolato da due o più persone con una corda e impiccato ad un'impalcatura collocata sotto il ponte dei Frati Neri, a Londra.