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Izzo scriveva libro sulla sua vita

"Ho pagato debito, la società mi aiuti"

Nel carcere di Campobasso Angelo Izzo stava scrivendo un libro sulla sua vita, "The Mob - La banda dei pariolini", dedicato ad alcuni terroristi neri.

Lo ha rivelato Giuseppe Pittà, che nel penitenziario organizzava laboratori teatrali per i detenuti e che conosce Izzo dal 1999. Nel suo libro Izzo scriveva: "Ho pagato il mio debito, la società mi aiuti a inserirmi di nuovo".

Izzo si era subito iscritto e aveva partecipato a tutte le iniziative per i detenuti. Recitò ne "I prigionieri", un testo preparato in carcere e ispirato a Plauto, e in una versione riveduta e corretta del "Cyrano de Bergerac". Le rappresentazioni si tenevano davanti a un pubblico di decine di persone all'interno del penitenziario. Izzo aveva anche gestito la preparazione di una sua versione del "Giulio Cesare" di Shakespeare.

"E' una persone molto dotata culturalmente, un uomo di grosse letture, che spronava tutti affinché in carcere si facessero queste attività - ricorda Pittà -. Ha sempre partecipato ai laboratori che ho tenuto in carcere con grande entusiasmo. Da allora non ci siamo mai persi di vista. Nel 2000 è nata l'idea di fare un libro insieme, un romanzo ispirato alla sua vita e alla sua epoca. Siamo arrivati a metà del lavoro. Izzo racconta di lui e delle persone che lo hanno circondato in questi anni".

Nel manoscritto consegnato a Pittà, Izzo indica anche i titoli dei vari capitoli, tra cui: "Primo sangue", "Scatenati", "I ragazzi della strategia della tensione", "Apogeo e decadenza", "Il massacro di Fregene", "All'ergastolo", "Nell'Italia dei misteri", "Il Jockey è tornato", "La dissociazione", "Amore e libertà", "Morire per Zagabria", "La latitanza", "All'inferno", "Seppellite il mio cuore".

In questi anni Izzo ha consegnato circa 400 pagine manoscritte. Tutto il materiale è stato acquisito ora dalla Procura ed è al vaglio degli investigatori. Dopo il duplice delitto, lo stesso Pittà è stato sentito dalla polizia. Nella prima pagina, sotto al titolo, Izzo scrive "Questo è un romanzo, quindi ogni riferimento a fatti e personaggi realmente esistiti o esistenti è puramente casuale. Se qualcuno si ostina a volersi riconoscere si tranquillizzi: gli autori non faranno il suo vero nome neanche sotto tortura. Ai pochi personaggi reali gli autori hanno attribuito discorsi o esistenze di pura invenzione".

Nella stessa pagina c'è la dedica a: Gialuigi Esposito, Danilo Abbruciati, Valerio Viccei, Rolando e Pasquale Battistini, Alberto Spaggiari. "Per essi - scrive il mostro del Circeo - le medesime parole che il termidoriano Lacointre rivolse a Robespierre e a Saint'Just pochi istanti prima del loro assassinio pensando di insultarli: 'Essi morirono come vissero, senza temere il fiato'".