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Oggetti smarriti? Sparito l'ufficio

Marco Belpoliti su La Stampa

Il filosofo francese Paul Virilio ha sentenziato che viviamo nell'epoca della sparizione, effetto dalla crescente velocità di spostamento, dalla smaterializzazione degli oggetti e dall'informazione in tempo reale. Da qualche settimana comincio a pensare che abbia ragione. Doppiamente ragione. Infatti ho potuto constatare la sparizione della sparizione.

Ho smarrito in treno un astuccio con tutte le chiavi, di casa, dell'auto, dell'ufficio, della casa precedente, della catena della bicicletta. E' accaduto in una tratta ferroviaria lombarda. Ho cercato l'ufficio degli oggetti smarriti nella stazione d'arrivo: non c'è più. Abolito. Mi sono rivolto alla stazione di partenza, la Garibaldi a Milano, una delle più frequentate d'Italia (la stazione dei pendolari della Lombardia: un esercito). Anche lì l'ufficio oggetti smarriti, quello in cui si cercavano ombrelli, borse, valigie, cappelli, vestiti, libri ecc. dimenticati sui sedili o sulle reticelle dei treni, non esiste più.

C'è un Ufficio Clienti, ma non custodisce più la roba persa dai viaggiatori; anzi, li non arriva affatto. Mi hanno detto che il servizio è ancora disponibile alla Centrale di Milano e a Roma Termini, ma è «in fase di riorganizzazione» nelle altre stazioni, da Torino a Palermo.

Dove finiscono gli oggetti ritrovati da ferrovieri, pulitori, altri viaggiatori pietosi? Non si sa. La sparizione della sparizione, ovvero la scomparsa di un ufficio delle sparizioni, è una piccola apocalisse quotidiana. Non è l'unica, indica una tendenza: tutti i nostri punti di riferimento, le piccole certezze di ogni giorno, stanno svanendo, come diceva Marx: tutto ciò che è solido, scrive nel Capitale, si dissolve nell'aria.
Stanno diventando così anche le banche, dove l'impiegato che allo sportello cambia assegni e controlla le operazioni spesso non c'è più.

Al suo posto funzionari che trattano solo transazioni azionarie o di Borsa, il resto è affidato allo sportello elettronico (noi stessi diventiamo operatori mediante Internet: siamo impiegati esterni della banca in attività provvisoria). Nelle grandi città scompaiono i piccoli negozi, i pizzicagnoli, i barbieri . La postmodernità è questo, ci dicono gli esperti: sparizione delle cose materiali, sostituzione con oggetti virtuali. Nel frattempo sarò forse diventato virtuale anch'io, come il visore su cui scrivo?