FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Via Poma, nuovo colpo di scena

Messaggio dellʼassassino sul Videotel

"Death", un nickname, un nome virtuale di una persona che era in contatto con Simonetta Cesaroni in una sorta di chat degli anni '90, il Videotel.

"Death" avrebbe rivendicato la paternità dell'omicidio della ragazza nel condominio di via Poma a Roma. Di questa persona ne avrebbe parlato con i magistrati della procura di Roma un testimone, anche lui frequentatore del Videotel con una sua casella vocale.

Un altro colpo di scena dunque nelle difficili indagini sull'omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto nel 1990. Secondo una testimonianza riferita dalla trasmissione di Rai3 "Chi l'ha visto?", Simonetta avrebbe conosciuto il suo killer attraverso il Videotel, un sistema precedente ad Internet e molto simile alle attuali chat line usato a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. 

Stando al testimone, un suo compagno di chat, conosciuto con il soprannome "Death" (morte in inglese) avrebbe rivendicato la paternità del delitto. Prima dell'omicidio, l'uomo venne contattato da una ragazza di nome Simonetta, che gli chiedeva informazioni proprio sull'utente Death. Secondo il testimone, Simonetta era stata affascinata da Death e chiedeva un parere su di lui. Death era noto agli altri clienti Videotel ma era stato allontanato dalla chat perchè si era presentato in maniera aggressiva e violenta.

Il giorno dopo l'omicidio, secondo la nuova testimonianza, tutta la comunità che frequentava le caselle vocali del Videotel, era impegnata in una sorta di veglia funebre per Simonetta Cesaroni con messaggi del tipo "Addio Simonetta", "Ciao Simonetta". Ma la parte più interessante della testimonianza è quella in cui si riferisce di un messaggio firmato dallo stesso Death che recitava "Hai visto l'ho fatto, ho ucciso Simonetta". Il testimone avrebbe riferito al magistrato proprio quest'ultima frase lasciata da Death, ma secondo quanto accertato, il computer nell'ufficio di Simonetta Cesaroni, non era altro che un sistema di videoscrittura e non era collegato in rete. Non risultò neanche la presenza di computer nell'appartamento di Simonetta.