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Conquistano Everest senza ossigeno

Sulla vetta quattro alpinisti italiani

I valdostani Alex Busca e Claudio Bastrentaz, insieme con il gardenese Karl Unterkircher e il bergamasco Mario Merelli hanno raggiunto la vetta dell'Everest, a 8.850 metri di quota, nell'ambito della spedizione K2 2004 organizzata per il 50mo anniversario della scalata proprio del K2 da parte di Lino Lacedelli e Achille Compagnoni.

I quattro sono giunti sulla cima senza utilizzare ossigeno. L'impresa è stata dedicata al presidente Ciampi.

"Dedichiamo questo risultato al Presidente Ciampi, che ci ha incoraggiati prima della partenza dall'Italia, al nostro capo spedizione onorario Gianni Alemanno, al nuovo Presidente del Cai, all' Ev-K2-Cnr e al Cnr. Il loro incoraggiamento ci ha regalato una motivazione in piu' per questo nostro Everest". E' questo il testo del messaggio inviato da Alessandro Busca, anche a nome dei suoi compagni, dalla vetta dell'Everest (8.850 metri) e comunicato via radio al campo base.

Soddisfazione è stata espressa, in un comunicato, dal presidente della Giunta regionale della Valle d' Aosta, Carlo Perrin. "Esprimo a nome dell' intera comunità valdostana la mia gioia per la riuscita impresa alpinistica. Le guide alpine valdostane, con prestigiose spedizioni sulle montagne di tutto il mondo hanno onorato nel tempo la loro Valle e quest'ultima scalata sull' Everest ne è l'ennesima dimostrazione".

Claudio Bastrentaz
 è nato l' 11 marzo 1966 a Pont Saint Martin (Aosta), dove risiede: è guida alpina, oltre che vicedirettore della sezione di Gressoney del Soccorso alpino valdostano, membro della Società delle guide alpine di Gressoney-Monte Rosa e membro della 'Compagnie des Guides d' Arnad-Vallee d' Aoste'; in carriera ha gia' scalato, tra l' altro, la parete nord del Cervino, il Lixin Peak (7.150 metri), il Chag-tze (7.680 metri) dalla cresta ovest.

Alessandro Mario Busca è nato ad Aosta il 15 maggio 1968 e risiede a Gressoney: è guida alpina, maestro e istruttore nazionale di sci alpino, istruttore nazionale di alpinismo, istruttore di scialpinismo del Centro addestramento alpino di Aosta; ha partecipato a spedizioni in Ecuador al Monte Cotopaxi (5.897 metri), in Pakistan al Broad Peak (8.047 metri), in Patagonia alla Torre Centrale del Paine (2.800 metri), in Nepal al Daulaghiri I (8.167 metri).

Karl Unterkircher è nato a Selva Val Gardena il 27 agosto 1970 e risiede in Val Gardena (Bolzano): e' guida alpina e membro del gruppo dei Catores, il celebre soccorso alpino delle Dolomiti; tra le esperienze alpinistiche puo' vantare anche la nord del Cervino in invernale, Fitz Roy e Torri del Paine in Patagonia, Alpamayo, Quitaraju, Artesonraju in Peru, Aconcagua in Cile e Argentina, Mera Peak e Tirolian Peak in Nepal.

Mario Merelli è nato a Vertova (BG) il 2 luglio 1962, risiede a Bergamo ed e' alpinista professionista: tra le sue esperienze alpinistiche ci sono l' Alto Atlante in Marocco, Cotopaxi e Chimborazo (con discesa in parapendio) in Ecuador, Cerro Torre in Patagonia, oltre alle ascensioni in stile alpino (senza bombole d' ossigeno e senza portatori d' alta quota) dell' Everest (8.856 m) dalla via del colle sud, del Dhaulagiri (8.167 metri, raggiunta quota 8.050 metri), del Makalu (8.463 metri), del Kangchenjunga (8.586 metri).

Angelo D'Arrigo: un italiano in deltaplano sopra l'Everest
Lunedì mattina, quando in Italia erano le nove, un altro italiano compiva un'impresa memorabile, sorvolando in volo libero col suo deltaplano l'Everet. Protagonista Angelo D'Arrigo, atleta catanese famoso per aver già sorvolato in deltaplano il Sahara e la pianura siberiana alla guida di spedizioni naturalistiche. Il volo è duratoquattro ore e mezzo dal momento della partenza, al traino di un deltaplano a motore da cui si è poi staccato prima dell'ascesa con le correnti in quota, fino all' atterraggio nei pressi della Piramide-laboratorio del Cnr, a circa 5500 metri nella valle del Khumbu.

L'impresa, che lo ha visto raggiungere la velocità di circa 200 chilometri all'ora, è stata condotta all'inverso di come era stata programmata. Trainato da un deltaplano a motore, D'Arrigo avrebbe dovuto partire dalla valle del Khumbu, andare in Tibet attraverso il passo Lo-La e quindi prendere le correnti ascensionali nel versante nord della montagna, sorvolare la cima e scendere lungo il versante sud, nella valle del Khumbu. Invece, viste le condizioni atmosferiche, ha preferito salire verso la cima dell'Everest direttamente dal versante sud, sorvolare la montagna e tornare indietro attraverso il passo Lo-La.