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"Sì al recupero di Erika e Omar"

Novi, don Mazzi offre loro accoglienza

"La scommessa su Erika e Omar non può essere giocata su carcere sì o carcere no".

Il problema deve essere come "aiutare giovani come loro a capire fino in fondo quello che hanno fatto e perché lo hanno fatto per poi, in un secondo tempo, convincerli a recuperarsi con la stessa lucidità con la quale hanno compiuto il misfatto". Così don Antonio Mazzi, fondatore di Exodus, sollecita l'inserimento dei due fidanzatini killer di Novi in una comunità. E don Mazzi annuncia di metterne a disposizione una delle sue.

Secondo il sacerdote i due ragazzi devono essere separati tra loro ma non allontanati definitivamente dalla società. "Un loro recupero - insiste Don Mazzi - è fondamentale per tutti noi, per questo non possiamo considerare la soluzione unica dei problemi dei minori, la galera. Sarebbe una sconfitta della società civile, se unico strumento riabilitativo, risultasse la galera o il ritorno a casa".

Don Mazzi sottolinea poi come "purtroppo dobbiamo preparaci a episodi di questa pesantezza. Durante l'infanzia dei nostri figli, per decenni, abbiamo esaudito più il bisogno di capricci che il dialogo saggio e paziente legato all'inerpretazione dei doveri, dei sacrifici, dei sudori quotidiani".

Il sacerdote offre il suo aiuto: "Non per voglia di onnipotenza e nemmeno per smanie di popolarità, ma spinto dala necessità di lanciare messaggi equilibrati, metto a disposizione una delle mie tante comunità, per cercare insieme ad Erika e Omar, il riscatto. Perché, se di riscatto parliamo, non ci dobbiamo fermare a cambiare solo loro. Anche noi società civile qualche domandina ce la dobbiamo fare".