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Alessia e Livia, "i loro disegni"

Tutto quello che resta di Alessia e Livia a mamma Irina sono i disegni, i pupazzetti, i giocattoli, i libri di favole delle piccole.

La sua casa di Saint-Sulpice in Svizzera, dove la signora Lucidi si era trasferita dopo la seprazione dal marito Matthias Schepp, è piena dei colori e dei ricordi delle gemelline scomparse. Irina si aggrappa disperatamente a pupazzetti e giochi, sperando che il tempo le riporti indietro le sue bambine.

Irina continua a non rassegnarsi, come racconta il "Corriere della Sera", a non credere che il marito le abbia raccontato la verità in quella terribile lettera in cui dice "Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto... Non le rivedrai mai più". Ma lei replica, con la forza della disperazione: "Io le voglio trovare. Le devo trovare, assolutamente. Devo. Soltanto di questo sarà fatta la mia vita".

E mostra quei disegni fatti dalle piccole subito dopo la seprazione da Matthias, quando Alessia e Livia si trasferirono, insieme con la mamma, nella nuova abitazione, vicino a Losanna. La casa che vola nel cielo, con una corda che la collega alla terra, è di Livia, mentre l'uomo triste con la faccia blu è di Alessia, che così ritrasse papà Matthias. Anche se non lo disse, Irina è sicura che la piccola in quel momento vedeva così suo padre, che era rimasto solo nell'altra casa, quella dove avevano vissuto tutti insieme.

In mezzo a tutti gli oggetti delle sue bambine, la mamma le ricorda e le descrive: "Alessia è un terremoto, estroversa, adora cantare, a me fa un po' ridere quando la sento ripetere le canzoni di Mina, la sua preferita. Livia è più cerebrale, introversa, ama moltissimo gli animali. tutte e due sono pazze per Pippi Calzelunghe e vorrebbero tanto un gatto. Il giorno in cui sono scomparse ne avevo finalmente trovati due grazie a un'amica. Uno nero di nome Baghera e uno rosso che si chiama Balù. Sarebbero tornate a casa e avrebbero trovato la sorpresa. Chissà che faccine avrebbero fatto. Invece...".

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Non finisce la frase, la mamma, ma è sicura che Matthias non può aver agito come ha raccontato. "Dove saranno le mie bambine? C’è una tale cattiveria, una tale crudeltà in quello che ha fatto Matthias che non riesco ancora a credere che sia successo. Mi ha voluta punire. Il suo odio nei miei confronti è stato più grande dell’amore per le sue bambine. È agghiacciante".

E ancora: "Vivo come anestetizzata, come se ogni mattina mi infilassi una corazza contro il dolore, sento arrivare ondate di speranza alternate a disperazione. Mi è venuto in mente che Livia è affascinata dalle chiese. Davanti a un enorme Cristo sulla croce una volta mi chiese 'che ha fatto per meritare di essere punito così?'. Più ci penso più mi manca il loro calore, non sopporto la lontananza delle loro mani, dei loro corpi, dei loro sorrisi...".

Le giornate di Irina, che dorme a forza di pillole e antidepressivi, adesso sono tutte qui, tra il coniglietto rosa con le lunghe orecchie, chiamato Casimir, e Matilde, la pecorella. Tutti i personaggi del mondo delle bambine di sei anni scomparse in un buco nero dal 30 gennaio. Un mondo che, da 23 lunghissimi giorni, per mamma Irina non esiste più.