Pm: innocente anche direttore Sisde
I pubblici ministeri della procura di Palermo hanno chiesto ai giudici l'assoluzione per il prefetto Mario Mori, direttore del Sisde, e per il tenente colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, il "capitano Ultimo". I due sono accusati di favoreggiamento nei confronti di Cosa nostra, per aver ritardato la perquisizione nel covo di Totò Riina, dopo il suo arresto.
Riferendosi alle imputazioni che riguardavano la disattivazione dei controlli dell'omessa comunicazione alla Procura, il pm Antonio Ingroia ha chiesto ai giudici l'assoluzione per i due imputati perché il fatto non sussiste e perché non costituisce reato. Quanto invece alle accuse di favoreggaimento, in base alla legge ex Cirielli, lo stesso Ingroia ha chiesto che il reato venga estinto per prescrizione. La Procura non ha inoltre ritenuto che alla condotta dei due imputati venga applicata l'aggravante di favoreggiamento all'associazione mafiosa. "Le condotta di Mori e De Caprio - ha detto il pm ai giudici - sono state dettate da ragioni di Stato e non da altro".
L'arresto di Riina avvenne il 15 gennaio 1993 a Palermo, ma dopo aver ammanettato il boss dei boss e averlo portato in carcere, Ultimo e Mori (ai tempi comandante del Ros, il Reparto operativo speciale dei carabinieri) non effettuarono la perquisizione del covo, la villa-bunker di via Bernini.