Lo riferisce il legale del frate
Si arricchisce di nuovi particolari la vicenda di padre Fedele Bisceglia. La suora, che ha riferito di essere stata violentata dal religioso, avrebbe rivolto la stessa accusa a un giudice del Tribunale per i minorenni di Catanzaro. E' quanto ha detto il difensore di padre Fedele, che, sulla base di tale circostanza, si accinge a chiedere alla Procura di Catanzaro che l'inchiesta venga trasferita alla Procura di Salerno.
Salerno è infatti competente ad istruire i procedimenti penali riguardanti i magistrati di Catanzaro. Secondo quanto ha riferito l' avvocato Tommaso Sorrentino, la competenza della Procura della Repubblica di Salerno scatterebbe comunque, sia nel caso in cui l' accusa mossa dalla suora al giudice si rivelasse falsa, sia se fosse vera. Nel primo caso, infatti, il magistrato in questione sarebbe parte lesa del reato di calunnia, mentre nel secondo dovrebbe essere iscritto nel registro degli indagati, atto che non puo' essere compiuto, non avendone la competenza, dalla Procura della Repubblica di Cosenza.
Il legale del frate ha riferito che "la suora ha fatto riferimento al magistrato che, a suo dire, l' avrebbe violentata, insieme a padre Fedele, nella denuncia presentata a Roma al Servizio centrale operativo della Polizia di Stato. La religiosa, nella denuncia, ha citato direttamente il magistrato, sostenendo di conoscerlo personalmente. Successivamente la suora, davanti al sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza Claudio Curreli, nel corso di una deposizione fatta a Roma, ha cambiato la dichiarazione, riferendo che l' identità del magistrato che l'avrebbe violentata le era stata rivelata dallo stesso padre Fedele".
Secondo lo stesso avvocato Sorrentino, "la suora ha anche riferito dei rapporti intercorrenti tra il giudice del Tribunale per i minorenni di Catanzaro che l' avrebbe violentata e lo stesso padre Fedele, con il quale, secondo la stessa religiosa, il giudice avrebbe commesso delle malefatte in relazione all' affidamento o all' adozione di bambini e ad altre questioni. Alla suora - ha detto ancora l' avvocato - sarebbe stata anche fatta vedere una fotografia del magistrato che avrebbe partecipato alle violenze sessuali ai suoi danni. Foto in cui lei non ha riconosciuto la persona in questione". "Si tratta di circostanze, vere o false che siano - ha concluso Sorrentino - che devono essere valutate dall' autorità giudiziaria competente".