cronaca

Tassista ucciso, scomparso cliente

Si cerca una guardia giurata di 55 anni

28 Giu 2004 - 15:35

"Sono stato io l'ultimo cliente, ma non l'ho ucciso". Aldo Montessoro, guardia giurata di 55 anni, identificato come l'ultimo cliente di Alessandro Garaventa, il tassista ucciso nell'Alessandrino, è scomparso e viene ricercato. L'uomo sarebbe rimasto sconvolto dalla notizia di avere il cancro. Montessoro, vigilante dell'ospedale San Martino di Genova, sposato, con due figlie, ha chiamato da Sanremo la cognata dicendole di essere stanco di vivere.

"Sono stanco - ha detto - ho un carcinoma e solo quattro mesi di vita. Voglio togliermi di mezzo. Sono l'ultimo cliente del tassista, ma non sono stato io ad ucciderlo". L'uomo nella telefonata fatta alla cognata domenica pomeriggio ha anche raccontato di essersi fatto accompagnare a Gavi per recarsi a trovare l'anziano padre prima di farla finita. Ma Montessoro non è mai arrivato a casa del genitore.

La cognata e una figlia dell'uomo sono subito andate in questura a sporgere denuncia di scomparsa e a raccontare il contenuto della telefonata. L'uomo, scomparso da domenica mattina, è attualmente ricercato, ed è in possesso di una pistola Beretta 7,65, dello stesso tipo di quella usata nel delitto.

La guardia giurata è stata individuata dopo aver visto le immagini, sgranate, riprese dalle telecamere collocate all'entrata della stazione ferroviaria di Principe, dove è partito per l'ultima corsa il tassista. Secondo il racconto dei familiari, Montessoro da giorni era fuori di sé, sconvolto proprio per la sua malattia. Per qualche giorno in casa si è mostrato tranquillo: sabato aveva perfino accompagnato la moglie a vedere una fiera. .

Ma mercoledì sera, la notte del delitto del tassista, aveva detto alla moglie di dover fare un turno straordinario di notte all'ospedale. Ma gli inquirenti hanno accertato che non doveva lavorare e che in ospedale non è mai andato. Questa è la prima di una serie di bugie. Infatti l'uomo, dopo aver perso il treno per Arquata Scrivia, è salito sul taxi davanti alla stazione ferroviaria Principe.  Arrivato a Gavi, quindi, si è fatto portare dal tassista in un luogo isolato.

Secondo l'ipotetica ricostruzione dell'omicidio fatta dalla polizia, Montessoro, sceso dal taxi, si è avvicinato al finestrino per pagare la corsa. A quel punto, forse per un raptus di follia, il vigilante avrebbe sparato il primo colpo alla spalla destra del tassista, poi due colpi alla guancia sinistra e infine alla nuca. Quindi, invece di recarsi all'abitazione del padre, si è incamminato verso la stazione ferroviaria di Arquata Scrivia (un teste l'ha visto), dove alle 3 del mattino la biglietteria elettronica ha emesso un biglietto per Genova. Ma, nel corso degli interrogatori fatti ai familiari e ai tassisti, nella sagoma rimasta impressa nelle telecamere dell'atrio della stazione non è stata riconosciuto il vigilante . Non si sa quindi con sicurezza se Montessoro sia arrivato a Genova in treno o con un altro mezzo.

I tre giorni successivi al delitto di Garaventa, Montessoro li ha trascorsi normalmente tra casa e lavoro. L'unico particolare insolito, raccontato dalla moglie, è che domenica, prima di sparire,  aveva messo in ordine le cartelle cliniche della donna, a sua volta malata. Un'altra bugia raccontata, questa volta ai colleghi, è di aver bisogno di un giorno di riposo per portare la moglie alla Fiera di San Pietro e Paolo, dove invece era già stato sabato. Poi Montessoro è partito alla volta di Sanremo, in sella alla sua Suzuki Burgman 400. Da una cabina telefonica di Bussana ha telefonato alla cognata dicendole "Sono io l' ultimo cliente del tassista, ma non l' ho ucciso". da allora più nulla.

L'uomo è ora  ricercato dall'Interpol anche in Francia, come persona pericolosa.  E' stato infatti iscritto nel registro degli indagati per permettere di eseguire la prova dello Stub sui suoi indumenti e fare il confronto delle sue impronte con quelle rilevate dalla polizia scientifica sul taxi.

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